Matematico, astronomo, geografo e cronografo musulmano (m. metà sec. 9º), vissuto a Baghdād. Sue opere principali sono un rifacimento dell'atlante e della geografia di Tolomeo in base al testo greco, un trattato di algebra che è il più antico esistente in arabo, e alcune tavole astronomiche con testo esplicativo composte sul modello di un siddhanta (trattato astronomico indiano) e quindi note in arabo col nome di sind-hind. Ma la sua fama è fondata soprattutto sul trattato di algebra, ritenuto di fondamentale importanza per lo sviluppo di questa disciplina, tanto che dal nome del suo autore, deformato da un traduttore in Algorithmi, derivò il termine algoritmo, ancor oggi denotante uno schema di calcolo. L'opera di al-Kh., pur non andando oltre le equazioni di secondo grado, cioè oltre il campo della matematica greca (Euclide, Diofanto), presenta infatti, accanto alla riacquisizione di nozioni classiche, un notevole sforzo di elaborazione originale. Solo gli algebristi della scuola bolognese, all'inizio del sec. 16º, fornendo la soluzione delle equazioni di terzo grado, superarono il punto cui s'era arrestata la matematica di al-Khuwārizmī.