Denominazione (dall’ebraico «profeti») che il poeta A. Cazalis diede a un gruppo di giovani artisti, costituitosi a Parigi nel 1888 intorno a P. Sérusier, sotto l’influsso di P. Gauguin. Agli intenti naturalistici dell’impressionismo il gruppo volle contrapporre coscientemente una ricerca volta a valorizzare gli elementi bidimensionali, decorativi, della visione artistica. Il loro teorico M. Denis, definendo un quadro come una superficie piana coperta di colori posti con una certa armonia, al di là di qualsiasi contenuto, mise a fuoco gli intenti di questi pittori che, ispirandosi alle stampe giapponesi, preferirono campiture di colori puri e una composizione libera, come esemplificato in un dipinto eseguito da Sérusier su una scatola di sigari (1888), noto come il Talismano. I N. furono anche sensibili all’arte di Puvis de Chavannes, di O. Redon, di G. Moreau e dei preraffaelliti inglesi; ebbero un punto d’incontro nella Revue Blanche ed esposero ripetutamente fra il 1891 e il 1897. Si interessarono anche alla scenografia (lavorarono per il Théâtre d’art e per il Théâtre de l’oeuvre; nel 1896 P. Sérusier e P. Bonnard curarono la scenografia di Ubu roi, di A. Jarry), alla cartellonistica, all’illustrazione, alla legatura di libri ecc. I rappresentanti più noti del gruppo furono, oltre a Sérusier e Bonnard, M. Denis, P.-E. Ranson, É. Vuillard, J. Verkade, A. Maillol, F. Vallotton, G. Lacombe e J. Rippl-Rónai.