Unità amministrativa dell’Azerbaigian (4400 km2 con 150.932 ab. nel 2015), nota anche come Artsakh, Nagornyj Karabah, Alto Karabakh o Karabakh Superiore; capoluogo Stepanakert. Priva di sbocco sul mare e appartenente geograficamente all'Altopiano armeno, si estende sulle pendici orientali del Piccolo Caucaso ed è ricca di foreste nella zona occidentale. Gli abitanti, in maggioranza Armeni, si dedicano all’agricoltura e all’allevamento, nonché alla lavorazione della seta.
In lingua armena la regione è nota come Լեռնային Ղարաբաղ (traslitterabile con Lernayin Gharabagh) anche se più comunemente identificata come Artsakh (Արցախ). In lingua azera, invece, è nota come Dağlıq Qarabağ o Yuxarı Qarabağ, espressione che significa "giardino montuoso nero" o "giardino nero superiore". La forma russa è Нагорный Карабах (traslitterato con Nagornyj Karabach), mentre quella persiana è قره باغ.
La regione dell'Alto Karabakh si distingue da quella Basso Karabakh (o Karabakh inferiore) che interessa prevalentemente la piana alluvionale che si estende tra i fiumi Kura e Aras. Le principali città della regione sono Step'anakert, che funge da capitale della non riconosciuta Repubblica, e Şuşa, che giace parzialmente in rovina.
Il territorio è prevalentemente montuoso con un'altezza media di 950 m, ricco di foreste e corsi d'acqua. Il bordo settentrionale è cinto dalla catena dei Monti Mrav, catena secondaria del Caucaso Minore che delimita a ovest l'altopiano del Karabakh. Scendendo verso sud, seguendo il corso del fiume Hakari, fino alla piana dell'Aras e a est a quella del Kura.
La regione del Nagorno-Karabakh fa parte delle terre note agli archeologi come sede della cultura Kura-Araxes, perché si è sviluppata nella zona compresa tra questi due fiumi. Nell'antichità precristiana, quest'area (il cui antico nome armeno è Artsakh) ha fatto parte (in alcuni periodi che oggi è difficile individuare con precisione) dell'Albania caucasica e della Grande Armenia. Nel 95 a.C. la regione fu conquistata da Tigrane II d'Armenia, signore del Regno d'Armenia. Gli antichi albanesi e gli armeni si alternarono al dominio del territorio fino all'inizio del IV secolo d.C. Il cristianesimo fu introdotto nel Nagorno Karabakh per la prima volta già nel I secolo ad opera di sant'Eliseo. Tra il VII e l'VIII secolo la regione fu invasa e saccheggiata dagli arabi, nel XIII secolo venne invasa da tartari e mongoli, mentre nel secolo successivo fu la volta di tribù turche. Sede di un canato dalla metà del 18° sec., nel 1805 l’attuale N. fu assorbito dalla Russia.
Dopo la rivoluzione russa del 1917, il Karabakh fu inglobato nella Federazione Transcaucasica, che ben presto si divise tra Armenia, Azerbaigian e Georgia. Il territorio del Nagorno Karabakh venne rivendicato sia dagli armeni (che all'epoca costituivano il 98% della popolazione), sia dagli azeri. Dopo la conquista bolscevica del 1920, il territorio (come pure quello del Nakhchivan) venne assegnato, per volere di Stalin, all'Azerbaigian e nel 1923 venne creata l'Oblast' Autonoma del Nagorno Karabakh. Con la dissoluzione dell'Unione Sovietica tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, la questione del Nagorno Karabakh riemerse. Lamentando l'azerificazione forzata della regione operata da Baku, la locale popolazione armena, con il supporto ideologico e materiale dell'Armenia stessa, cominciò a mobilitarsi per riunire la regione alle madrepatria, avanzando nel 1988 la richiesta di passare sotto il controllo della Repubblica Armena e dichiarando a seguito del rifiuto azero la secessione dall’Azerbaigian e l’unificazione con l’Armenia. La tensione interetnica sfociò in un conflitto armato, inaspritosi con la dissoluzione dell’URSS e la conseguente accentuazione delle tendenze nazionaliste, che nel 1991 portò all’autoproclamazione della Repubblica del N., non riconosciuta da alcun paese estero, dando inizio a una guerra tra Azerbaigian e Armenia, che appoggiava i sesessionisti, conclusasi nel maggio 1994 con un cessate il fuoco, ma non una pace definitiva. La volontà secessionista è stata confermata nel 2006 dal referendum con il quale è stata approvata una nuova Costituzione che definisce il N. uno Stato sovrano; nel novembre 2008 il presidente dell’Armenia S.Sargsyan e l’azero I. Aliyev hanno firmato un accordo per risolvere il conflitto, ma gli scontri si sono intensificati nuovamente nel 2012 e ancora nel 2020, concludendosi nel mese di novembre con accordi mediati dalla Russia che hanno assegnato gran parte del territorio all’Azerbaigian. Nel settembre 2022 il conflitto ha registrato una recrudescenza, temporaneamente risolta con un nuovo cessate il fuoco mediato dal Cremlino, ma nuove aggressioni sono state compiute dall’Azerbaigian nel settembre dell'anno successivo allo scopo di annientare le strutture politiche indipendentiste: raggiunto un nuovo cessate il fuoco, sono stati intrapresi negoziati tra le due parti sullo status dell'area, l'apparente resa del governo armeno producendo generalizzate proteste di piazza per l'assenza di appoggio alle forze separatiste. Nello stesso mese, mentre almeno 100.000 abitanti armeni hanno abbandonato il Paese per sfuggire alla repressione azera, il presidente dell'enclave S. Šahramanyan ha decretato lo scioglimento entro il 1° gennaio 2024 di tutte le istituzioni pubbliche, annunciando la fine della Repubblica separatista.