Nazioni Unite
Nazióni Unite. – Le difficoltà incontrate dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) agli inizi del 21° sec. si inscrivono nella crisi generale attraversata dagli organismi internazionali già a partire dall’ultimo decennio del secolo precedente. L’atteggiamento sempre più unilateralista della maggiore potenza del sistema, gli Stati Uniti, disconosceva di fatto ruolo e funzioni di tali organismi provocandone una crisi di legittimità, in particolare nel caso delle N. U. reduci già da un decennio problematico, gli anni Novanta, segnato dai fallimenti delle missioni di pace in Ruanda e negli stati della ex Iugoslavia. Il caso iugoslavo, in particolare, palcoscenico di una rilegittimazione della guerra a fini umanitari, aveva finito per evidenziare le difficoltà tanto operative quanto concettuali delle N. U. nate invece per scongiurare qualsiasi tipo di conflitto. Inoltre il meccanismo di funzionamento dell’organizzazione rifletteva una realtà superata, incapace di rispecchiare le profonde trasformazioni politiche verificatesi nell’ultimo cinquantennio. Per uscire da questa situazione il sudcoreano Ban Ki-moon, segretario generale in carica dal 2007, succeduto al ghanese Kofi Annan (1997-2006), ha promosso uno sforzo di ridefinizione dell’immagine dell’organizzazione, parzialmente rivitalizzata dal conferimento del Nobel per la pace nel 2001, ma permangono inalterati i limiti strutturali che risiedono nella centralità del Consiglio di sicurezza e nel primato riconosciuto ai cinque membri permanenti con diritto di veto (Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina). Sotto accusa anche la poca trasparenza con la quale opera questa grande istituzione internazionale, rimasta coinvolta in diversi scandali: in particolare la corruzione di alcuni funzionari responsabili del programma Oil for food (1995-2003), attraverso il quale si permetteva all’Iraq, soggetto a embargo, di esportare petrolio solo ed esclusivamente per l’acquisto di medicinali, generi alimentari e aiuti. Anche parte del personale impegnato nelle operazioni delle forze di pace, che costituiscono uno dei maggiori motivi di vanto dell’organizzazione, è rimasto coinvolto in episodi di violenza e abusi sui minori in almeno cinque paesi (Liberia, Repubblica democratica del Congo, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Haiti). Dopo la svolta impressa alla scena mondiale dall’attacco terroristico al Pentagono e alle Twin towers (2001), il rifiuto degli Stati Uniti di agire all’interno di regole e procedure multilaterali ha ulteriormente minato la credibilità delle N. U. che nel 2003 evidenziavano tutta la loro debolezza nel non poter evitare l’attacco all’Iraq. Tuttavia le difficoltà incontrate sul campo dagli Stati Uniti in Afghanistan e in Iraq nel lungo dopoguerra seguito ai conflitti, li hanno portati ad abbandonare posizioni così radicali in favore di un ripristino di meccanismi multilaterali di governance e mantenimento dell’ordine internazionale che hanno conferito alle N. U. nuova rilevanza. L’UNAMI (United Nations assistance mission for Iraq), per esempio, è una missione di natura prettamente politica istituita con la risoluzione 1500 dell’agosto 2003 su richiesta del governo iracheno; la missione, originariamente coinvolta nel promuovere il dialogo e la riconciliazione nazionale, ha visto progressivamente estendersi le sue competenze e prerogative (assistenza nei processi elettorali, pianificazione di un censimento generale) con l’approvazione della risoluzione 1770 nel 2007. Per le attività di peacekeeping delle N. U., v. .