Popolazione dell’epoca preclassica, stanziata negli Stati messicani del Tabasco e Veracruz meridionale. Dall’area degli O. provengono le datazioni scritte più antiche di tutta la protostoria americana, corrispondenti al 31 a.C. e al 162 d.C., trovate rispettivamente su una stele a Tres Zapotes e su una statuina zoomorfa a Tuxtla (Veracruz). Questi ritrovamenti hanno fatto pensare agli O. come gli inventori della scrittura e dei computi calendariali. Successivamente, però, sono state riviste le teorie antropologiche che assegnavano agli O. il ruolo di ‘cultura madre’ delle civiltà mesoamericane. Il dibattito si è orientato verso la ridefinizione del concetto stesso di O., in quanto è stata posta in discussione l’effettiva ascrivibilità del complesso dei tratti culturali tradizionalmente catalogati sotto questo termine a una specifica cultura e a un popolo storicamente identificabile. Si è dunque preferito l’impiego dell’espressione fenomeno olmeco per designare un ampio orizzonte di tratti stilistici che si manifestano con una maggiore concentrazione in un’area nucleare, o metropolitana (gli odierni Stati messicani del Veracruz e del Tabasco), e i cui influssi sono percettibili in varie aree dette periferiche (gli Stati messicani di Puebla, Morelos e Oaxaca, le alte terre del Chiapas e del Guatemala, fino a zone dell’Honduras, di El Salvador e della Costa Rica). Sono state inoltre retrodatate (intorno al 1200 a.C.) le fasi di esordio del fenomeno olmeco, le cui vestigia più significative provengono dal sito di San Lorenzo Tenochtitlán.