Stato dell’America Centrale. Confina con il il Nicaragua (a SE), con il Guatemala (a O), e con El Salvador (a SO) ed è bagnato per 650 km dall’Atlantico (Mar Caribico) e per 95 km dal Pacifico (Golfo di Fonseca). Nel 1973 sono state restituite all’H. le isole del Cisne (Swan Islands), nel Mar Caribico, e nel 1992 l’isola El Tigre nel Golfo di Fonseca.
Il territorio dell’Honduras corrisponde nella sua generalità a un vasto altopiano. Geologicamente è caratterizzato da un basamento cristallino di età precambriana, su cui poggia una copertura sedimentaria di età mesozoica; depositi sedimentari più recenti costituiscono invece la base del bassopiano orientale. Particolarmente sviluppato è il vulcanismo, con apparati spenti e attivi.
L’orografia è complessa: a occidente si distinguono tre serie di rilievi diretti da SO a NE (alt. max il Cerro Las Minas, 2865 m), tra i quali si aprono fertili vallate; nella zona orientale si allineano da N a S varie catene (la Sierra de Agalta raggiunge i 2590 m), che talvolta arrivano al litorale caribico, determinando una costa alta e rocciosa, come quella fronteggiata dalle Islas de la Bahía. Ma nel complesso la costa antillana, che si sviluppa dal Golfo di H. al Capo Gracias a Dios, è bassa e orlata di lagune: vi si aprono le vaste pianure di Sula e di Mosquitia. Un’altra area pianeggiante si affaccia sul Golfo di Fonseca.
Il clima, tropicale ma influenzato dalla marittimità e dall’altitudine, è molto caldo nelle regioni basse costiere, temperato all’interno; le precipitazioni sono abbondanti nella fascia caribica, esposta all’aliseo di NE, attenuate nella fascia pacifica e nell’interno.
I fiumi sono numerosi, i principali – l’Ulúa, l’Aguán e il Patuca – sfociano nel Mar Caribico, il Goascorán e il Choluteca nell’Oceano Pacifico.
La vegetazione è lussureggiante nelle zone più umide, coperte dalla foresta tropicale; nelle zone elevate, oltre i 2000 m, predominano boschi di querce e conifere; nelle zone più asciutte è diffusa la savana.
In conseguenza del processo di popolamento avvenuto in epoca coloniale, sia pure scarso a causa della povertà di risorse del paese, il quadro etnico dell’H. è alquanto composito: accanto ai Meticci, che costituiscono l’87% della popolazione complessiva, vi sono gli Amerindi (5,5%), i Neri (4,3%) e una piccola percentuale (2,3%) di Bianchi, che peraltro detengono le leve del potere. L’incremento demografico, già a lungo basso, ha fatto registrare valori elevati nel corso del 20° sec. come conseguenza della diminuzione della mortalità, mentre è sempre molto elevato il tasso di natalità (26,2‰ nel 2009). La densità della popolazione è però estremamente varia, con forti irregolarità nella distribuzione degli abitanti sul territorio. L’insediamento rurale prevale nettamente su quello urbano e gli unici grossi centri, oltre Tegucigalpa, sono San Pedro Sula, El Progreso e alcuni agglomerati portuali (La Ceiba, Puerto Cortés).
L’H. è forse il più povero di risorse e di tecnologia tra gli Stati dell’America Centrale, frustrato inoltre da una serie di situazioni negative: siccità, uragani, inondazioni.
Il 13% del prodotto interno lordo proviene dall’agricoltura, che sfrutta solo una scarsa parte del terreno coltivabile. A questo settore il governo ha rivolto i principali interventi di politica economica, nel tentativo di sottrarre il paese alla dipendenza dalle multinazionali statunitensi. Importanza preminente ha l’agricoltura commerciale: oltre alle banane (888 mila t nel 2006), si coltivano noci di cocco (nelle isole della Bahía), ananas, agrumi, canna da zucchero, caffè e tabacco, olio di palma. Colture di sussistenza sono quelle di mais, riso, sorgo, manioca, patate e fagioli. Si allevano soprattutto bovini. Le foreste danno mogano, cedro e pino. Importanti, ma poco sfruttate, le risorse minerarie: si estraggono argento, oro, piombo, zinco e antimonio; nella Mosquitia è stata accertata la presenza di petrolio.
Il settore industriale, i cui impianti vanno addensandosi nell’area di San Pedro Sula connessa al porto franco di Puerto Cortés, è legato prevalentemente alla trasformazione dei prodotti agricoli e alla produzione di beni di consumo (calzature, tessuti di cotone, cappelli di Panama), mentre, fra i rami ‘di base’, cresce l’importanza di quello cementiero (Potrerillos). Un impianto di cogenerazione di energia elettrica che utilizza come combustibile gli scarti degli zuccherifici è stato costruito a El Porvenir.
Deficiente la rete delle comunicazioni: le ferrovie sono sviluppate per 950 km, le strade asfaltate per 2845 km. Sviluppate, invece, le linee aeree; Tegucigalpa e San Pedro Sula sono servite da aeroporti internazionali.
L’H. fa parte, con Costa Rica, Guatemala, Salvador e Nicaragua, di un’area di libero scambio (Mercado Común Centroamericano).
La regione era abitata in epoca precolombiana dai Chorotega e dai Maya, nell’11° sec. vi si stabilirono i Toltechi, e quindi gli Aztechi. C. Colombo scoprì il paese nel 1502. C. de Olid fondò (1524) la prima colonia a Triunfo de la Cruz. Soppressa la resistenza degli indigeni (1530), l’H. fu sotto la giurisdizione prima del Messico e poi del Guatemala (1539). Nel periodo coloniale ci furono attriti con l’Inghilterra per l’insediamento sulla costa.
La conquista dell’indipendenza dalla Spagna seguì un andamento parallelo agli altri paesi dell’America Centrale. Ai primi moti di Tegucigalpa, nel gennaio 1812, seguì l’adesione alla dichiarazione d’indipendenza nel 1821. Annesso all’Impero messicano nel 1822, l’H. se ne staccò dopo la caduta di A. de Iturbide nel 1823 e divenne membro della Federazione delle Province Unite dell’America Centrale, di cui l’honduregno F. Morazán fu presidente dal 1830 al 1839. Tra il 1838 e il 1840 la Federazione si sciolse e l’H. si dichiarò Stato indipendente e sovrano, facendosi tuttavia promotore per tutto il secolo di varie iniziative volte a ricostituire la Federazione, fino al 1895, quando H., Salvador e Nicaragua si unirono in un’unica repubblica, che però si sciolse nel 1898.
Dopo la Prima guerra mondiale, in cui l’H. entrò nel 1917 dichiarando guerra alla Germania, si ripeté un tentativo di federazione con la costituzione, tra H., Salvador e Guatemala, dell’Unione Centroamericana, che tuttavia fallì nel 1921. Dopo un periodo di guerra civile e vari governi rivoluzionari, nel 1932 fu eletto presidente T. Carías Andino, che con successive rielezioni governò per 17 anni. La crisi economica, determinata dalla diminuzione delle coltivazioni di banane e dalla riduzione delle esportazioni, provocò nel 1937 una rivolta, sedata con l’aiuto dell’esercito; lo stesso anno si acuì la controversia col Nicaragua per il tracciato dei confini, iniziata nel 1935 e parzialmente risolta mediante l’intervento di organismi panamericani.
Dopo aver partecipato alla Seconda guerra mondiale a fianco degli Stati Uniti, nel 1945 l’H. entrò nelle Nazioni Unite e nel 1951 nell’Organizzazione degli Stati dell’America Centrale. Il quadro politico rimase tuttavia caratterizzato da grande instabilità politica, con un’alternanza di presidenti eletti e successivamente deposti da giunte militari e colpi di Stato. La situazione di estrema precarietà istituzionale preoccupava l’alleato statunitense, interessato a fare dell’H. un elemento stabilizzatore della situazione politica venutasi a creare nell’America Centrale sul finire degli anni 1970 con la sollevazione rivoluzionaria in Nicaragua e la grave crisi interna nel Salvador. Le pressioni del governo di Washington avviarono quindi un parziale processo di democratizzazione che portò alle elezioni generali del 1980 per la scelta di un’Assemblea costituente. Nel 1982 il leader liberale R. Suazo Córdova fu eletto presidente, in coincidenza con l’entrata in vigore della nuova carta costituzionale. In politica estera, il governo fu vicino agli Stati Uniti e ne sostenne l’appoggio alla guerriglia antisandinista, fino a generare una grave tensione con Managua, mentre restava aperta la disputa con Salvador relativa al possesso dell’isola di Meanguera.
L’amministrazione del presidente nazionalista R.L. Callejas, eletto nel 1990, inasprì le misure di austerità nel tentativo di far fronte alla difficile situazione del debito estero; alla ripresa dei crediti internazionali fece riscontro la crescita della protesta sociale e degli interventi repressivi dell’esercito, in particolare delle agitazioni contadine legate all’irrisolto problema della riforma agraria. Le elezioni del 1993 riportarono al potere i liberali e alla presidenza della Repubblica fu eletto C.R. Reina. La nuova amministrazione non si discostò dalla precedente nelle scelte di politica economica, ma prese una serie di iniziative volte a combattere la corruzione e la criminalità legata al traffico degli stupefacenti e a limitare il potere delle forze armate. C.R. Flores Facussé (1998-2000) proseguì nella politica di controllo e smantellamento dell’apparato militare. Dopo un tentativo di colpo di Stato, nel 2001 nuove elezioni portarono al potere il nazionalista R. Maduro, sotto il quale fu risolta la storica disputa politico-territoriale con il Salvador e i due paesi, insieme al Guatemala e al Nicaragua, firmarono un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Nel 2005 le elezioni presidenziali furono vinte dal candidato liberale M. Zelaya, che lanciò nuovi piani per risollevare l’economia e combattere la piccola criminalità. Nel 2009 fu deposto da un golpe militare e, nonostante le proteste della comunità internazionale, sostituito con R. Micheletti. Le successive elezioni presidenziali sono state vinte da Porfirio Lobo, esponente del Partito nacional, mentre alle consultazioni presidenziali tenutesi nel novembre 2013 si è imposto il candidato conservatore J.O. Hernández, che gli è subentrato nella carica. Una grave crisi politica si è aperta nel Paese a seguito delle elezioni presidenziali svoltesi nel novembre 2017: sebbene la Costituzione vieti la rielezione di un capo di stato, Hernández è stato autorizzato dalla Corte suprema a candidarsi per un secondo mandato, confrontandosi con l'esponente del partito di centrosinistra Alianza de oposición S. Nasralla, che dopo un iniziale vantaggio ha riportato il 41,3% dei consensi contro il 42,9% dell'avversario. Le accuse di brogli avanzate dall'opposizione e la richiesta di trasparenza del processo elettorale hanno generato manifestazioni di piazza contro le quali il governo ha adottato severe misure repressive, dichiarando lo stato di emergenza e imponendo il coprifuoco; nel mese di dicembre Hernández è stato dichiarato vincitore delle consultazioni con il 43% circa delle preferenze contro il 41% dello sfidante, permanendo nella carica fino al novembre 2021, quando l'elezione di X. Castro ha riportato la sinistra al potere dopo dodici anni, segnando la fine del più lungo mandato presidenziale nella storia del Paese.
Vasta insenatura della costa orientale dell’America Centrale, che si apre sul Mar Caribico, tra lo Yucatán e l’Honduras. Presenta coste basse, sabbiose, fronteggiate da cordoni e isole coralline. Vi si affacciano il Guatemala e l’Honduras. La parte più interna forma la Baia di Amatique.