Una delle quattro direzioni cardinali, quella nella quale il sole tramonta; sinonimo quindi di ovest. Emisfero occidentale Nella rappresentazione cartografica del globo terrestre in due emisferi, quello occupato dalle Americhe. Indie Occidentali Nome con cui fu indicata l’America all’epoca della sua scoperta (➔ Indie).
Gli scrittori latini (Plinio) designarono l’Atlantico con il nome di Oceano occidentale, che perdurò nel Medioevo e fino a tutto il 15° secolo. L’appellativo di Atlantico, che compare già in Erodoto, finì con il prevalere solo a partire dalla metà del 17° secolo.
Venti occidentali Venti che predominano negli oceani Atlantico e Pacifico, tra 50° e 70° di latitudine, in entrambi gli emisferi terrestri; nell’emisfero australe, data la scarsità di terre emerse a quelle latitudini, giungono a circondare completamente la calotta polare. Hanno origine nelle zone di alta pressione poste alle latitudini di 30-35°: le correnti, dirette all’inizio rispettivamente verso N e verso S, vengono deviate per effetto della rotazione terrestre e si manifestano dapprima come venti soffianti da SO nell’emisfero boreale e da NO in quello australe e infine come venti spiranti da O.
In senso storico e culturale, l’insieme dei popoli, delle civiltà, delle culture dei paesi occidentali, aventi caratteri e confini vari secondo le diverse epoche storiche in cui si affermò la coscienza di una contrapposizione fra O. e Oriente.
Dal 16° sec. con Oriente si intese designare tutti i territori sottoposti alla civiltà islamica, O. era invece il complesso degli Stati europei occidentali che si potevano ritrovare in una cultura e, sia pur in minor misura, in una religione comune. Con l’allontanamento dei Turchi dall’Europa, si affermò una concezione etico-politica per la quale i limiti culturali dell’O. venivano posti là dove era giunta a insediarsi, per due secoli e mezzo, con i Mongoli, l’influenza dell’Asia: grosso modo lungo la linea ideale che congiunge la foce del Dnestr con il Golfo di Riga e che segna i limiti storici della Russia verso ovest. A oriente di questa linea non si ebbe poi la feconda esperienza dell’Umanesimo e del Rinascimento, né il travaglio religioso messo in moto dalla Riforma, né il formarsi di una borghesia, così che la diversità culturale rispetto alla restante parte dell’Europa rimase per secoli determinante.
A partire dal 19° sec., la polemica politica e ideologica portò ad accentuare certi caratteri di unità dell’O. e la sua contrapposizione all’Oriente-Russia. La guerra di Crimea del 1853-56, per esempio, fu vista dalla pubblicistica del tempo come la contrapposizione fra un O. liberale e un Oriente assolutista. Questi atteggiamenti polemici rimasero in vita fino alla Prima guerra mondiale anche in relazione all’indirizzo panslavo della politica russa, prolungandosi nelle teorie linguistiche, geografiche, storiche dell’eurasismo, negli anni che precedettero e seguirono la Rivoluzione d’ottobre. Dopo la rivoluzione russa si accentuò la contrapposizione polemica e ideologica tra un O. capitalista e un Oriente socialista, contrapposizione giunta al culmine estremo dopo la Seconda guerra mondiale, con le rivoluzioni in Cina e in Indocina e con l’instaurazione dei regimi socialisti in Europa orientale (dopo il crollo di questi ultimi anche i paesi dell’Est europeo sono stati compresi nel concetto di Occidente).
Nel contesto attuale l’O. abbraccia un’estesa area che include le nazioni più ricche e industrializzate dell’Europa e dell’America, nonché l’Australia, la Nuova Zelanda, il Giappone e quei paesi accomunati, almeno idealmente, da determinate caratteristiche economiche e politiche: Stato di diritto, liberalismo, liberismo economico, multipartitismo, tutela delle libertà fondamentali (di espressione, di associazione ecc.), sentite come l’eredità della democrazia e del pensiero razionalista sviluppatisi principalmente attraverso le vicende storico-culturali dell’Illuminismo e delle rivoluzioni americana e francese.
Per occidentalizzazione si intende il complesso processo socioeconomico e culturale attraverso cui valori, forme politiche, sistemi economici e strutture sociali dell’O. si sono diffusi, per imposizione o libera accettazione, tra popolazioni estranee alla tradizione europea. Il processo di occidentalizzazione ha trovato, a partire dal 19° sec., una spinta decisiva nella crescita della produzione industriale e nella creazione di centri commerciali al di fuori del continente europeo, accentuandosi in seguito all’espansione coloniale, allo sviluppo delle comunicazioni e al progresso tecnologico.