Denominazione generica, usata soprattutto in passato, di due grandi regioni, assolutamente distinte l’una dall’altra e accomunate nell’unico nome in conseguenza di un equivoco di navigatori e di geografi: le Indie Orientali, cioè l’Asia di SE, comprendenti l’India vera e propria (anche detta India Anteriore o India Cisgangetica), l’India Minore o Indocina (anche detta India Posteriore o India Transgangetica), l’Indonesia (nel senso geografico, più esteso di quello politico attuale) e anche le Filippine; le Indie Occidentali, comprendenti le Grandi Antille (Cuba, Giamaica, Hispaniola, Puerto Rico), le Piccole Antille e le Bahama, ossia i primi paesi scoperti dagli Europei nell’emisfero occidentale, ritenuti in un primo tempo come facenti parte dell’Asia e in particolare dell’India.
La Federazione delle Indie Occidentali (ingl. British West Indies), detta anche Federazione Britannica dei Caribi (British Caribbean Federation), durò dal 1958 al 1962 e ne fecero parte le isole di Giamaica, Trinidad e Tobago, Barbados, le Sopravento e le Sottovento. Fu sciolta in seguito al distacco della Giamaica e di Trinidad e Tobago che nello stesso anno ottennero l’indipendenza.
Associazioni nazionali di mercanti impegnati nei commerci con le I. Orientali e Occidentali. Furono fondate tra la fine del 16° e l’inizio del 17° sec., a volte per iniziativa degli stessi mercanti, interessati ad associarsi per affrontare meglio i costi e i rischi dei viaggi, altre volte per decisione dei governi intenzionati a favorire i commerci nazionali. Godettero di privilegi commerciali, fiscali e spesso anche politici.
Compagnia inglese delle Indie Orientali Fondata a Londra nel 1599, nel 1600 ottenne il monopolio del commercio con i territori a E del Capo di Buona Speranza e nella seconda metà del secolo l’autorizzazione a esercitare anche poteri sovrani sui territori conquistati. Nel 18° sec. estese il raggio dei suoi traffici alla Cina. Nel frattempo si scontrò più volte con la Francia per il controllo dell’India, dove aveva posto basi commerciali dal 1616, avendone alla fine la meglio. Nel 1784, un decreto del Parlamento britannico (India Act, di W. Pitt) pose la Compagnia sotto il controllo del governo inglese, per limitarne l’autonomia e contrastare la corruzione dei suoi funzionari. Alla fine del 18° sec. prese avvio una nuova fase di espansione territoriale della Compagnia, che strappò agli Olandesi numerosi territori. Nel frattempo, sempre più osteggiata dalle industrie tessili nazionali, la Compagnia vide aboliti dalla legge Peel del 1833 tutti i privilegi commerciali e nel 1857 fu sciolta.
Compagnie francesi delle Indie Orientali e Occidentali Furono fondate nel 1664 per iniziativa di J.-B. Colbert. La prima si concentrò soprattutto sull’India, la seconda ebbe vita breve: nel 1674 fu sciolta e i suoi possedimenti in Louisiana e nelle Antille passarono alla Corona. Nel 1719 il finanziere J. Law fondò un’unica Compagnia delle I., per controllare tutti i commerci. Costretta a cedere i possedimenti indiani agli Inglesi fu soppressa durante la Rivoluzione francese (1794).
Compagnia olandese delle Indie Occidentali Fondata nel 1617, ottenne il monopolio sull’Africa occidentale e sull’America. Le sue principali attività furono la tratta degli schiavi, il contrabbando e la pirateria. Nel 1674 fu sciolta.
Compagnia olandese delle Indie Orientali Si costituì nel 1602 per garantire il commercio soprattutto delle spezie contro la concorrenza degli armatori spagnoli e portoghesi e convalidò anche con le armi l’influenza olandese. L’insediamento di un governatore generale (1610), la vittoria riportata sugli Inglesi, la fondazione (1619) di Batavia (od. Giacarta), il monopolio del commercio con il Giappone (1641) e la conquista di Ceylon (1657) fecero della Compagnia la dominatrice delle Indie fino al 1799. Caduto Napoleone, la potenza coloniale del nuovo Regno dei Paesi Bassi fu restaurata, ma le resistenze del governatore dei possedimenti inglesi di Sumatra, T.S. Raffles, che in concorrenza con Batavia aveva fondato Singapore (1819), cessarono solo nel 1824, quando Gran Bretagna e Paesi Bassi stipularono un patto che delimitava le reciproche zone d’influenza, restituendo Sumatra alla Corona olandese.
Le Indie Olandesi vennero così a essere formate dalle Grandi Isole della Sonda (Giava, Sumatra, parte di Borneo, Celebes), dalle Piccole Isole della Sonda (Bali, Lombok, Sumbava, Sumba, Flores ecc.), dalle Molucche e dalla parte occidentale delle isole di Timor e Nuova Guinea. Con la Costituzione liberale del 1848, il governo di questi possedimenti, prima sotto il diretto dominio del re, passò sotto il controllo del Parlamento, al quale rimase fino al 1949, quando le I. Olandesi divennero indipendenti.