La maggiore delle Grandi Isole della Sonda (778.028 km2 con 12.844.500 ab. nel 2006), situata fra il Mar Cinese Meridionale, il Mare di Giava e il Mar della Sonda, e separata dalle Filippine dal Mar Sulu e da Celebes dallo Stretto di Makassar. Politicamente è diviso fra l’Indonesia (Kalimantan), la Malaysia (Sabah, Sarawak) e il Brunei.
È attraversato da SO a NE da catene montuose (Schwaner, 2278 m; Müller, 1710 m; Iran, 1830 m) che si innalzano a N nel massiccio granitico del Kinabalu (4101 m). Un’altra catena dalla costa occidentale raggiunge il centro dell’isola. A N si apre una regione collinare ricca di giacimenti di petrolio e di carbone. Lungo le coste la pianura litoranea quasi continua è orlata da paludi e mangrovie, e qua e là da banchi corallini. Il clima equatoriale, molto piovoso, alimenta un fitto sistema idrografico. I fiumi maggiori sono navigabili nell’interno, ma sfociano con delta ostruiti da banchi di sabbia. L’isola è coperta da immense foreste sempreverdi. La fauna annovera molti mammiferi asiatici, tra cui le scimmie antropomorfe (orango).
La popolazione indigena è suddivisa in un gran numero di gruppi penetrati nell’isola in ondate successive. I primi abitanti furono genti quali i Klemantan e i Dusun, stanziati rispettivamente a Sarawak e nel Sabah (Malaysia). Le regioni occidentali sono occupate dai Dayak quelle orientali dagli Iban (o Dayak costieri), di insediamento più recente. Tutti questi gruppi conservavano fino a qualche decennio fa l’antica cultura indonesiana (agricoltura alla zappa; allevamento del pollo e del maiale, abitazioni collettive su palafitte; caccia alle teste e culti dei crani ecc.), solo parzialmente modificata da influenze della cultura neoindonesiana (allevamento del bufalo, del bue e del cavallo; siderurgia ecc.) i cui portatori sono i Laut, genti musulmane, provenienti da Malesia, Sumatra ecc., che, dedite alla navigazione, alla pesca e ai commerci, hanno largamente colonizzato le zone costiere. Numerosa è anche la presenza di Cinesi (i cui stanziamenti datano dal 15°-16° sec.), Arabi, Indiani ed Europei.
La più antica attestazione della presenza di Homo erectus risale al Pleistocene quando, a seguito delle periodiche regressioni marine, l’emersione della piattaforma della Sonda consentì il passaggio di gruppi di Ominini dalla Malaysia alle coste del Borneo. Le evidenze archeologiche risalgono a non prima di 45.000 anni fa, cronologia alla quale si ascrive un cranio di sapiens proveniente dai depositi profondi delle Grotte di Niah, interessate da un’occupazione intensiva fino alla fine del Pleistocene (circa 12.000 anni fa). Allo stesso periodo risale l’insediamento nella grotta di Kimanis, attribuito a gruppi di cacciatori-raccoglitori analoghi a quelli che popolavano il sito di Niah. Alla fine del Pleistocene si data la serie di oltre 500 impronte di mano in ocra rossa individuate in numerose grotte nella penisola di Mangkalihat. Mutamenti significativi ebbero luogo, circa 4000 anni fa, con l’arrivo sull’isola di comunità di agricoltori austronesiani provenienti dalle Filippine e dall’isola di Sulawesi. Questi introdussero una cultura materiale neolitica, caratterizzata dall’uso di asce di pietra levigata, ceramica, utensili di conchiglia. Ritrovamenti pertinenti al Neolitico sono stati effettuati a Madai, Bukit Tengkorak, presso le Grotte di Niah, Gua Sireh e Lubang Angin. In particolare, la presenza di chicchi di riso nell’impasto di materiale ceramico proveniente da Gua Sireh, attesterebbe la diffusione dell’uso di questo cereale già 4000 anni fa. La lavorazione del bronzo e del ferro è attestata solo a partire da circa 2000 anni fa; nello stesso periodo iniziò a diffondersi nelle regioni costiere del B. il commercio con l’India.
I primi Europei sbarcati a B. furono i superstiti della spedizione di Magellano nel luglio 1521; in quel tempo l’isola era governata dal sultano di Brunei. Gli Spagnoli vi stabilirono una base commerciale a carattere permanente solo nel 1580, gli Olandesi nel 1604, gli Inglesi nel 1609 e per tutto il 17° e 18° sec. si contesero il monopolio commerciale dell’isola, che nel 1733 il sultano di Brunei riconobbe formalmente alla Compagnia Olandese delle Indie. Nel 1787 anche il sultano di Bandjarmasin (sovrano delle coste sud-orientali di B.) divenne vassallo degli Olandesi; ma nel corso del 19° sec. la British North Borneo Company s’impadronì progressivamente del B. settentrionale ai danni del sultanato di Brunei, che nel 1888 passò sotto il controllo inglese. I confini tra i domini inglesi e quelli olandesi furono stabiliti definitivamente con il trattato del 20 giugno 1891. Durante la Seconda guerra mondiale l’isola fu occupata dai Giapponesi (1941-45). Nel 1950 i possedimenti olandesi nel B. entrarono a far parte della Repubblica Indonesiana; nel 1963 quelli inglesi di Sabah e Sarawak furono uniti alla Malaysia; nel 1984, infine, anche il sultanato del Brunei ottenne l’indipendenza.