(latinizz. del nome sp. Española o Isla Espanõla) Isola delle Grandi Antille (76.200 km2 con 17.000.000 di ab. circa), la seconda per estensione del gruppo insulare, situata tra Cuba e Portorico da cui la dividono rispettivamente i canali Sopra Vento e de la Mona. Politicamente è divisa tra Haiti, a O, e la Repubblica Dominicana, a E.
È percorsa nel mezzo dalla Cordigliera Centrale, catena montuosa formata prevalentemente da scisti cristallini, coperti in parte da calcari, che raggiunge i 3175 m (Pico Duarte). Una grande depressione longitudinale separa la Cordigliera Centrale dalla Cordigliera di Monte Cristi, alta non più di 1250 m, limitata a S da una grande faglia; un’altra depressione longitudinale la divide da una serie di pieghe cenozoiche. Una terza depressione longitudinale divide queste pieghe dai rilievi di natura eruttiva delle penisole di Bahoruco e del Capo Tiburón. L’isola presenta numerose penisole e promontori, che danno luogo a baie e ampi golfi. Vicino alle coste, alte e spesso fronteggiate da scogli, si raggiungono notevoli profondità: sul Canale Sopra Vento si superano i 4000 m. Il clima è in massima parte subequatoriale; le piogge diminuiscono da N a S e da E a O.
Quando fu raggiunta da C. Colombo (1492), durante il suo primo viaggio, H. era abitata da una cospicua popolazione india, formata soprattutto da Taino (del gruppo aruaca), ai quali si stavano sovrapponendo genti caribiche provenienti dalle Piccole Antille. Chiamata dagli indigeni Haiti o Quisqueya, l’isola fu battezzata da C. Colombo Española (da cui H.), ma ben presto prevalse il nome di Santo Domingo, dalla città omonima fondata nel 1496 da B. Colombo sulla costa meridionale dell’isola e divenuta sua capitale. Sede della prima colonizzazione spagnola nel Nuovo mondo e base per le successive conquiste, H. vide l’introduzione e la prima sperimentazione degli istituti economico-amministrativi dell’impero coloniale spagnolo. L’Audiencia di Santo Domingo, fondata fin dal 1511, mantenne ampia autonomia anche dopo la costituzione (1535) del vicereame della Nuova Spagna, nel cui ambito continuò a esercitare la propria giurisdizione sulla regione caribica e, fino ai primi del Settecento, sulla costa venezuelana. Le ripetute ribellioni degli indigeni furono sanguinosamente represse; decimati dallo sfruttamento e dalle malattie, gli Indios si estinsero entro la fine del 16° sec. e fin dai primi decenni del secolo gli Spagnoli cominciarono a rimpiazzarli mediante l’importazione di schiavi dall’Africa. Dalla metà del Cinquecento, esauritesi le risorse di metalli preziosi più facilmente accessibili e trasferitosi il flusso dei coloni verso i più ricchi territori conquistati sul continente, l’economia dell’isola divenne esclusivamente agricola e l’insediamento spagnolo restò confinato alle sue regioni orientali. Al ristagno economico successivo contribuirono anche gli attacchi dei corsari francesi, olandesi e inglesi (come F. Drake che nel 1586 saccheggiò Santo Domingo), che ostacolavano il commercio con la madrepatria. Nella prima metà del Seicento bucanieri francesi, che avevano stabilito le proprie basi sull’isola di Tortue, si insediarono nella parte più occidentale di H. e ne avviarono la colonizzazione. Nel 1661 la colonia otteneva il sostegno ufficiale di Parigi (con la nomina di un governatore da parte di Luigi XIV) e nel 1697 la pace di Rijswijk sanciva il suo riconoscimento anche da parte di Madrid. Da allora la colonia spagnola e quella francese (pari a quasi un terzo di H. e denominata Saint-Domingue o Haiti) condussero un’esistenza autonoma e soltanto nella prima metà dell’Ottocento, nel quadro delle vicende che accompagnarono le rispettive indipendenze, si verificò una temporanea riunificazione dell’isola.
Per quel che riguarda la storia di H. successiva ➔ Dominicana, Repubblica e Haiti.