Sistema impiegato dalle minoranze parlamentari per impedire o ostacolare le deliberazioni della maggioranza. L’o. fisico consiste in forme di resistenza alla volontà della maggioranza che violano le norme regolamentari o gli usi parlamentari (ingiustificate interruzioni, rumori, tumulti e talvolta anche violenze fisiche). Con l’o. tecnico, invece, le minoranze ostacolano le deliberazioni delle assemblee attenendosi alla lettera delle norme regolamentari e degli usi parlamentari; praticamente l’o. si concretizza nel proporre sospensive e pregiudiziali, in numerosi interventi di oratori con lunghissimi discorsi a solo scopo dilatorio, nella presentazione di una gran quantità di emendamenti e ordini del giorno, in frequenti richieste di verifica del numero legale (o di votazioni che implicano l’accertamento del numero legale), con contemporaneo allontanamento dall’aula in modo da costringere i componenti della maggioranza a essere presenti ecc. L’o. tecnico è stato spesso giustificato politicamente, in quanto considerato suprema arma di difesa delle minoranze parlamentari, e considerato legittimo specie quando mira a costringere la maggioranza a un più ponderato esame di provvedimenti importanti, oppure a evitare la violazione di norme costituzionali.
Nel Parlamento italiano il primo clamoroso episodio di o. si ebbe nel giugno 1899 sui provvedimenti di stampa e di pubblica sicurezza presentati dal ministero Pelloux. Per evitare un diffuso ricorso delle opposizioni alla pratica dell’o., negli anni 1980 furono introdotte varie modifiche nei regolamenti delle Camere che ne limitano la possibilità di attuazione.