Sigla di ocean thermal energy conversion, che in oceanografia fisica indica la conversione di calore in energia meccanica (finalizzata alla produzione di energia elettrica) a partire da due sorgenti termiche, aventi una differenza di temperatura di circa 20 °C, costituite dall’acqua calda della superficie dell’oceano tropicale e da quella fredda a circa 1000 m di profondità. La conversione viene effettuata impiegando sia direttamente l’acqua di mare sia un fluido intermedio. Nel primo caso l’acqua calda della superficie evapora sotto vuoto producendo vapore, a bassa pressione ed elevato volume specifico, che successivamente si espande in una turbina, di grosse dimensioni, per poi condensare grazie all’acqua fredda prelevata dal fondo. L’acqua di condensa, essendo dissalata, può costituire un sottoprodotto del processo. Nel secondo caso un fluido, avente temperature e pressioni di cambiamento di stato opportune (ammoniaca, freon e altri fluidi organici) vaporizza nell’evaporatore alimentato dall’acqua di superficie, si espande in turbina, torna alla fase liquida nel condensatore alimentato dall’acqua del fondo e, mediante una pompa di circolazione, viene nuovamente inviato all’evaporatore. La prima centrale OTEC, di 2,5 MW, è stata realizzata in Giappone alla fine degli anni 1980.