Uomo politico indiano (Allāhābād 1889 - Nuova Delhi 1964), padre di Indira Gandhi. Proveniente da un'antica famiglia braminica, studiò scienze naturali e diritto in Inghilterra (1905-12). Ritornato in India, entrò nell'Indian national congress (1919), all'interno del quale guidò l'ala di sinistra, di tendenza socialista; successivamente fu segretario generale (1923-25, 1927-29) e presidente (1929-30, 1936-37, 1946, 1951-54) del partito. Stretto collaboratore di Gandhi, venne ripetutamente arrestato negli anni dal 1921 al 1945 e nell'immediato dopoguerra diresse le trattative finali con l'Inghilterra per l'indipendenza dello stato indiano, di cui divenne primo ministro e ministro degli Esteri nel 1947. Diede un notevole impulso alla modernizzazione del paese: in campo economico attraverso l'avvio della riforma agraria e l'adozione di tre piani quinquennali (1951-66), incentrati sull'esigenza di industrializzare il paese; in campo sociale grazie all'abolizione delle discriminazioni castali, sancita dalla Costituzione del 1949. Sul piano internazionale svolse un'importante attività contribuendo attivamente alla formazione del movimento dei paesi non allineati. Nei confronti della Cina adottò una politica basata sui principî della coesistenza pacifica, che tuttavia fallì nel 1962 in seguito alla crisi scoppiata fra i due paesi per la definizione del confine lungo la cosiddetta linea McMahon (v. McMahon, Arthur Henry).