Insieme di tendenze e di movimenti dell’islam moderno miranti a un rinnovamento dei legami spirituali e politici fra tutti i popoli musulmani e all’emancipazione dal dominio europeo. Tendenze panislamiche si concretizzarono alla fine del 19° sec., sotto forma di moti insurrezionali, anticolonialisti o di movimenti politico-religiosi tendenti alla purificazione dell’islam. Ulteriori apporti vennero dagli scritti del riformatore Giamāl ad-Dīn al-Afghānī, dal suo discepolo Muḥammad ‛Abduh e da Rashīd Riḍā, i quali influenzarono l’opera del sultano ottomano ‛Abdul-Ḥamid II che finalizzò le tesi panislamiche ai suoi scopi di egemonia sui popoli musulmani che vivevano fuori dell’Impero ottomano. Dopo l’abolizione del califfato (1924) l’idea di un p. politico divenne una mera utopia, mentre rimase vivo un sentimento panislamico di solidarietà comune che trovò espressione nella nascita di associazioni e movimenti musulmani, e nella Organizzazione della Conferenza Islamica (➔ OCI). Tendenze panislamiche, ma con caratteri spiccatamente «fondamentalisti», si manifestarono soprattutto per iniziativa dell’associazione al-Ikhwān al-muslimūn e videro una crescita in seguito alla rivoluzione iraniana del 1979 e all’attività dei diversi movimenti islamici a essa ispirati.