Virzì, Paolo. – Regista italiano (n. Livorno 1964). Considerato tra i maggiori eredi della tradizione della commedia all'italiana, lo sguardo ironico e attento puntato sulle trasformazioni sociali del mondo contemporaneo e sull'universo giovanile in particolare, ha iniziato a lavorare per il cinema come sceneggiatore collaborando, tra l'altro, con G. Salvatores per il fim Turné (1990). Ha esordito nella regia con La bella vita (1994), amara riflessione sulla progressiva perdita d'identità della classe operaia, costruita intorno alla dolorosa fine di un amore, per il quale ha vinto il David di Donatello e il Nastro d'argento come migliore regista esordiente. Sono seguiti la vivace commedia Ferie d'agosto (1996) e, soprattutto, Ovo sodo (1997), riuscito romanzo di formazione di un giovane livornese in cui ai toni grotteschi si alternano quelli più lievi e scanzonati, vincitore del Gran Premio speciale della giuria alla Mostra del cinema di Venezia. Dopo i meno fortunati Baci e abbracci (1999) e My name is Tanino (2002), ha ritrovato la sua vena migliore con Caterina va in città (2003), N (Io e Napoleone) (2006), film storico incentrato sulla figura di Napoleone in esilio al'isola d'Elba, Tutta la vita davanti (2008), commedia nera, tragica e comica al tempo stesso, ambientata in un call center, L'uomo che aveva picchiato la testa (2009), La prima cosa bella (2010), Tutti i santi giorni (2012), Il capitale umano (2013), che l'anno successivo si è aggiudicato sette David di Donatello tra cui quello come miglior film e sei Nastri d'argento tra cui miglior film e miglior sceneggiatura, La pazza gioia (2016, cinque Nastri d'argento tra cui miglior film e miglior sceneggiatura, e cinque David di Donatello 2017 tra cui miglior film e miglior regia), The leisure seeker (2017; Ella & John: The leisure seeker, 2018) e Notti magiche (2018). Direttore dal 2012 al 2013 del Torino Film Festival, tra le sue opere più recenti si segnala il film Siccità (2022), presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia.