Rossi, Pellegrino
Economista, giurista e politico (Carrara 1787-Roma 1848). Docente all’Accademia calvinista di Ginevra; assunta la cittadinanza svizzera (1820), fu deputato al Consiglio rappresentativo (1820-33) e nel 1831 ebbe dalla Dieta federale l’incarico di redigere un progetto di revisione costituzionale (patto R.), che fu però respinto. Nel 1833 accettò la cattedra di economia politica al Collegio di Francia a Parigi, poi alla Sorbona quella di diritto costituzionale (1834); divenuto cittadino francese, svolse intensa attività politico-legislativa e fu convinto sostenitore della politica di F. Guizot, che nel 1845 gli affidò la missione di negoziare a Roma l’espulsione dei gesuiti dalla Francia; per il successo conseguito fu nominato conte ed ebbe l’incarico di ambasciatore presso lo Stato pontificio. Persa la carica con la proclamazione in Francia della Seconda repubblica (1848), rimase a Roma; Pio IX lo volle nel governo formato nel settembre 1848, in cui assunse il ministero dell’Interno, della Polizia e l’interim delle Finanze; il suo programma di governo liberal-moderato, impegnato nel tentativo di laicizzare il dominio temporale e contrario alla ripresa della guerra, suscitò ostilità tanto negli ambienti reazionari quanto tra i democratici; rigidi provvedimenti di polizia voluti da R. acuirono le tensioni, ed egli rimase vittima di un attentato alla riapertura del Parlamento. Opere principali: Cours d’économie politique (1829-41); Traité de droit pénal (1829); Mélanges d’économie politique, d’histoire et de philosophie (postumo, 1857); Cours de droit constitutionnel (postumo, 4 voll., 1866-67).
Progetto costituzionale svizzero, redatto dalla commissione nominata dalla Dieta federale il 17 luglio 1832 per rivedere la Costituzione del 1815. Nella sua elaborazione R. svolse un ruolo preponderante. Il progetto si poneva quale conciliazione e compromesso fra la tesi della sovranità dei cantoni e quella dello Stato federale; ma le varie reazioni cantonali impedirono che fosse accettato.