Ultima opera del poeta francese Chrétien de Troyes (seconda metà sec. 12º), iniziata tra il 1182 e il 1190 e rimasta incompiuta, dedicata al conte di Fiandra Filippo d'Alsazia.
Vi si narrano le avventure di Perceval il Gallese, allevato lontano dal mondo per evitargliene i pericoli, che abbandona la madre vedova per seguire cinque cavalieri alla corte di Artù. Qui s'innamora di lui Blanchifleur, nipote del saggio Gournemant, ma Perceval la abbandona per andare in cerca di avventure. Accolto in un castello da un signore costretto all'immobilità da una ferita, assiste a una strana processione in cui sono portati una lancia stillante sangue e un graal (tazza o vaso). Perceval non chiede alcuna spiegazione e riparte la mattina seguente; appena si allontana il castello scompare. Una fanciulla incontrata lungo la via gli rivela che la madre è morta alla sua partenza e che il signore era il Re Pescatore; se Perceval avesse chiesto spiegazioni sulla lancia o sul Graal, il signore sarebbe guarito. Ricondotto alla corte di Artù soprattutto grazie all'intervento di Galvano, Perceval viene accusato da una donna di vigliaccheria per non aver salvato il Re Pescatore e il suo regno, e riparte alla ricerca del Graal. Vaga per cinque anni senza nemmeno entrare in una chiesa, poi un Venerdì santo incontra un eremita che gli rivela che la processione del Graal al castello recava l'ostia per il Re Pescatore, che da quindici anni solo così si sostentava. Gli ultimi quattromila versi sono dedicati alle avventure cavalleresche di Galvano; poi l'opera s'interrompe.
Pervaso da un clima di mistero e misticismo, il poema s'impone per la precisione e l'eleganza del dettato, e soprattutto per l'intensa carica simbolica degli oggetti e delle situazioni. Proseguito da Gauchier de Demain, da Manessier e da Gerbert de Montreuil fino al matrimonio di Perceval con Blanchifleur e alla sua proclamazione a re del Graal, il romanzo fu rielaborato in varie versioni, tra cui il Parzival di Wolfram von Eschenbach e il Roman de l'Estoire dou Graal di Robert de Boron, che sviluppano il simbolismo in direzione mistico-cristiana, probabilmente allontanandosi dalle intenzioni di Chrétien: il Graal è identificato col piatto in cui Giuseppe di Arimatea raccolse il sangue di Cristo e la lancia sarebbe quella che colpì Cristo.