L’ultimo dei cinque periodi in cui è suddivisa l’era paleozoica. In seguito all’emersione di nuove terre determinatasi per effetto dell’orogenesi ercinica, le condizioni climatiche subirono importanti cambiamenti. Le formazioni di tipo desertico e quelle lagunari evaporitiche, ampiamente diffuse nell’Europa centrale, documentano la persistenza di un clima caldo-arido, mentre in altre regioni dell’emisfero australe (America Meridionale, Africa meridionale) la presenza di depositi glaciali conferma l’instaurarsi di un clima freddo con imponenti glaciazioni. La flora e la fauna subirono modifiche e impoverimenti graduali. Fra gli organismi animali i Foraminiferi continuarono ad avere importanza notevole nelle facies marine, in particolare con la permanenza delle Fusuline e delle loro nuove forme (per es., Neoschwagerina), che però rapidamente scomparvero alla fine di questo periodo. Stesso destino ebbero via via i Coralli, gli Echinodermi e i generi di Brachiopodi tipici del Paleozoico. Le Trilobiti chiusero nel P. il loro ciclo vitale, mentre gli Ammonoidi si svilupparono con maggior ricchezza di forme. Acquistarono importanza i Ganoidi eterocerchi e gli Anfibi Stegocefali; il maggiore sviluppo fu però riservato ai Rettili, per lo più terrestri e adattati a vari regimi alimentari; fra i Carnivori, di particolare interesse i Terapsidi, considerati progenitori dei Mammiferi. Da un punto di vista paleografico nel P. tutti i continenti, a causa delle diverse collisioni avute durante il Paleozoico, si erano ormai riuniti in un’unica massa continentale denominata Pangea, la quale era circondata dall’unico oceano chiamato Pantalassa.