Macchina utensile per la lavorazione dei metalli e del legno, destinata all’esecuzione di superfici piane o rigate, molto estese, con asportazione lineare del truciolo sulla superficie. Le p. per metalli hanno moto di lavoro intermittente e rettilineo, impresso al pezzo in lavorazione; il moto di alimentazione, in direzione perpendicolare al primo, è impresso all’utensile, che è un ugnetto o una fresa. Su un lungo e robusto basamento poggia, con due guide, il banco (tavola) scorrevole su cui viene saldamente fissato il pezzo da lavorare; la velocità della tavola è minore nella corsa di lavoro e maggiore in quella di ritorno; nella corsa di ritorno il tagliente dell’utensile viene convenientemente sollevato dalla superficie di lavoro in modo da non produrre striature sul pezzo lavorato. Dal basamento si elevano due montanti sui quali scorre in altezza una traversa; lungo questa si sposta, a sua volta, trasversalmente, il portautensile per il movimento di alimentazione. Le p. per legname costituiscono il gruppo di macchine di più esteso impiego per la lavorazione dei legnami. A seconda del moto fondamentale, o moto di lavoro, che le caratterizza, possono classificarsi in p. a moto rettilineo e p. a moto rotatorio. Le prime sono usate per ricavare fogli di impiallacciatura. Nelle seconde l’organo è un albero che porta fissate, secondo generatrici, due o tre lame il cui filo sporge, nella rotazione, da una feritoia praticata sulla tavola. Questa può essere regolata in altezza in modo da variare la presa delle lame sul legno. In base all’orientazione dell’asse dell’albero, si distinguono in p. ad asse verticale e p. ad asse orizzontale. Quelle ad asse verticale servono per operazioni di sgrossatura mentre quelle ad asse orizzontale per lavori di finitura.