picchi e tucani
Uccelli con becchi speciali
I picchi sono uccelli che hanno un becco simile a un martello pneumatico con cui scavano nel legno dei tronchi alla ricerca di grossi insetti da mangiare. I tucani, invece, hanno un becco enorme e leggero, come se fosse stato gonfiato, spesso vivacemente colorato, con cui producono suoni per comunicare tra loro. Tuttavia, gli zoologi non hanno dubbi sul grado elevato di parentela fra questi due gruppi
L’ordine dei Piciformi comprende 7 famiglie e oltre 400 specie, diffuse soprattutto nelle foreste tropicali. Molti membri di quest’ordine possiedono i piedi zigodattili, cioè due dita sono rivolte in avanti e due indietro, come quelle dei pappagalli. Tali zampe offrono un vantaggio a uccelli che trascorrono molto tempo su un ramo o aggrappati verticalmente a un tronco. Tutti i Piciformi nidificano in cavità dei tronchi e hanno una prole inetta, cioè incapace di alimentarsi da sola. Le tre famiglie più importanti sono i Picidi, i Ranfastidi e gli Indicatoridi. La maggior parte delle persone conosce i picchi attraverso il suono prodotto dal loro tamburellare meccanico che risuona dall’alto degli alberi. Molti conoscono anche i tucani, uccelli dal becco esagerato e apparentemente inutile, simbolo di mete turistiche agognate, come il Messico e i paesi dell’America del Sud. Qualcuno avrà sentito anche parlare degli uccelli detti indicatori del miele e del loro strano costume di guidare l’uomo e altri animali agli alveari selvatici, per poi accontentarsi di un po’ di miele, cera e larve di api.
I Picidi sono uccelli insettivori diffusi in tutti i continenti e mostrano una particolare inclinazione a cercare le loro prede nel legno degli alberi. Picchiano continuamente sui tronchi con il becco per scavare il tronco, alla ricerca di termiti, formiche o larve di coleotteri che si nutrono di legno. Potremmo dire che i picchi sono i chirurghi degli alberi e che li liberano dagli insetti infestanti. In realtà il discorso è molto più ampio: i picchi fanno parte di una comunità strutturata e complessa dove i vecchi alberi rappresentano il rifugio e la fonte di cibo per moltissimi animali. Quando i picchi estraggono un insetto dal legno, vi lasciano una piccola cavità che diventa un rifugio per altri animali e con il tempo si ingrandisce. Scoiattoli, ghiri, galagoni, cince, pappagalli, raganelle e molti altri animali abiteranno così in quelle cavità.
Altri motivi per cui i picchi picchiano sono la necessità di segnalare il proprio territorio e quella di scavare il nido dove la femmina deporrà le uova. Gli adattamenti dei picchi a questo stile di vita riguardano innanzitutto la lingua (v. fig. 1): è molto lunga per esplorare le gallerie degli insetti nel legno ed è retraibile dentro cavità tortuose del cranio. Quest’ultimo possiede anche un sistema di protezione del cervello dal rinculo dei colpi continui del becco sul legno, becco che non termina a punta ma come l’estremità di uno scalpello. Infine, le robuste penne della coda collaborano con le zampe a mantenere l’uccello in posizione verticale sui tronchi.
La famiglia dei Ranfastidi comprende una quarantina di specie, tutte diffuse nelle foreste dell’America Centrale e Meridionale. Il becco dei tucani può apparire un comico e inutile fardello, anche se leggerissimo. In diverse specie, oltre a essere grande e ricurvo, è anche vistosamente colorato come se un pittore si fosse divertito a dipingerlo. L’alimentazione dei tucani è formata prevalentemente da frutti e insetti, occasionalmente da piccoli vertebrati, come lucertole e nidiacei di altri uccelli. Tale dieta non giustifica da sola un becco così grande.
Secondo una teoria, il becco è finalizzato alla comunicazione sia visiva sia acustica tra membri della stessa specie. I colori servono a facilitare il riconoscimento nella penombra della foresta dove i raggi luminosi penetrano a stento tra le foglie. Inoltre, battendo il becco sui tronchi, i tucani emettono suoni per comunicare, segnalando i confini del territorio. Quando dormono, assumono una posizione assai buffa: ripiegano il becco sulla schiena e lo coprono con la coda rizzata verso l’alto. In questo modo, nascondono questo oggetto troppo visibile che potrebbe attirare l’attenzione dei predatori.