(gr. Πισιδία) Regione storica della Turchia meridionale, situata anticamente tra Panfilia, Frigia, Licaonia, Cilicia e Licia. Abitata dai Pisidi, popolo d’incerta origine, la P. nel 2° millennio a.C. faceva parte del paese di Arzawa, fu poi assoggettata dagli Ittiti di Murshilish II. Fu nel tempo focolaio di rivolte contro tutte le potenze che esercitarono l’egemonia in Anatolia, fra cui la Persia, la Macedonia e i diadochi: un’occupazione totale fu compiuta solo nel 322 a.C. da Perdicca, che assegnò la regione al fratello Alceta, ma dal 320 al 301 i Pisidi erano di fatto indipendenti. Con i Seleucidi i vecchi centri furono ellenizzati (Antiochia e Seleucia Sidera), l’interno e i santuari con i latifondi restarono però anellenici e antiellenici. Con la pace di Apamea passò al regno di Pergamo e, forse nel 102, fu aggregata alla provincia romana d’Asia; annessa nel 64-63 alla provincia di Cilicia, nel 25 a.C. passò alla provincia di Galazia; con Diocleziano divenne provincia a sé con un preside. Profondamente cristianizzata, ebbe 25 vescovadi; non vi mancò tuttavia una forte reazione pagana nei latifondi imperiali di origine sacerdotale.
Poco nota è la lingua indigena, che compare in iscrizioni funerarie scritte in alfabeto greco.