Secondo la tradizione retorica italiana, genere letterario a sé stante (anche detto poesia burlesca), distinto dal satirico: mentre quest’ultimo si proporrebbe un serio intento morale, politico, civile ecc., la poesia g. non avrebbe altro proposito che quello di divertire. La stessa tradizione esclude poi dal genere ‘giocoso’ le forme teatrali e quelle prosaiche, riservando praticamente l’appellativo o a brevi componimenti in versi, specie capitoli o sonetti, o anche a poemi considerati esclusivamente, o quasi, faceti e ridanciani. Esempio tipico dei primi, la poesia bernesca (➔ Berni, Francesco), alla quale contribuirono molti scrittori italiani, anche fra i maggiori, sino al Settecento. Esempi dei secondi vanno dalla Battaglia delle belle donne di Firenze con le vecchie di F. Sacchetti (14° sec.) sino al poema Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1736) e oltre. Ma l’impossibilità di separare veramente il giocoso dal satirico, dall’eroicomico, dal popolare o popolareggiante, dal genericamente realistico, dall’umoristico ecc., rende il concetto di questo genere assai labile e vago.