Politica regionale dell’Unione Europea
Nell’ordinamento dell'Unione Europea (UE), la politica regionale nasce dall’esigenza di evitare che altre politiche attuate in seno all’Unione (agricoltura e pesca, energia, industria, etc.) ostacolino obiettivi di sviluppo regionale equilibrato. Essa si basa su tre azioni principali: introdurre una dimensione regionale nelle politiche dell’UE; coordinare le politiche regionali degli Stati membri; offrire sostegno finanziario alle azioni di sviluppo per le regioni meno favorite. Il sostegno finanziario è attuato per mezzo del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), istituito nel 1975 e potenziato a partire dal 1985, che concede sovvenzioni agli investimenti in infrastrutture e nei settori produttivi localizzati nelle aree svantaggiate e depresse dell’Unione, in accompagnamento delle politiche regionali sviluppate all’interno degli Stati membri.
Politica regionale e allargamento dell’UE. - Le evidenti disparità regionali nella ripartizione delle attività economiche nel territorio comunitario aumentarono considerevolmente con l’ampliamento alla Grecia (1981, alla Spagna e al Portogallo (1986). Per questo, nell’ambito degli interventi a carattere regionale furono istituiti nel 1986 i Programmi integrati mediterranei (PIM), ora non più operativi, per coordinare le misure economiche e gli strumenti finanziari (comunitari, nazionali e locali) atti a valorizzare il potenziale di sviluppo delle regioni in difficoltà. A partire dal 2004, una totale ristrutturazione dei finanziamenti regionali è stata resa necessaria dall’ingresso dei paesi dell’Europa centrale e orientale (Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria nel 2004; Bulgaria e Romania nel 2007), cui è stato destinato oltre il 50% dei finanziamenti regionali previsti nel bilancio 2007-13 dell’Unione.