polizia
Una istituzione al servizio dell’ordine pubblico
La polizia è uno strumento del potere esecutivo, legittimato a usare la forza. Ha il compito di assicurare il rispetto da parte dei cittadini delle leggi e delle regole su cui è fondato lo Stato e quindi di garantire la convivenza civile. In Italia il corpo di polizia è stato costituito intorno alla metà del 19° secolo
Lo Stato è fondato su regole che i cittadini sono tenuti a rispettare per non incorrere nelle sanzioni previste dalle leggi, e la polizia è solitamente il primo strumento utilizzato a questo scopo. La polizia è l’istituzione che – legittimata a usare la forza, a differenza dei soggetti privati – ha il compito di sorvegliare sulla corretta convivenza civile. La sua funzione di conservare l’ordine pubblico, la sicurezza e la pace sociale è presente nella stessa definizione del termine che ne danno i dizionari. A tale funzione si associa il compito di «assicurare ai cittadini la certezza del legittimo esercizio dei loro diritti, prevenire i reati e per conseguenza ricercarne e rimuoverne le cause», com’è scritto nelle direttive della Pubblica sicurezza emanate nel 1876.
Nel mondo premoderno le funzioni di polizia erano affidate generalmente a una classe guerriera, come furono per esempio in Giappone i samurai; altre volte le forze di polizia erano un organo statale, come i vigiles dell’antica Roma, oppure ancora erano un gruppo di membri della comunità locale, per esempio i tithingmen nell’Inghilterra degli Anglosassoni, capi di una divisione amministrativa formata da dieci famiglie, e gli hundredmen, agenti della polizia locale.
Il termine polizia deriva dal greco politìa, cioè «costituzione politica». Questo significato della parola si conservò per tutto il Medioevo, e solo intorno al 15° secolo, in Francia e in Germania, si cominciò a parlare di polizia in riferimento all’ordine e alla sicurezza pubblica. Nella lingua tedesca del 17° e del 18° secolo il termine Polizey, indicava un complesso di incarichi amministrativi, e quindi affidava alla polizia una vasta gamma di compiti: oltre al controllo della criminalità e della devianza o al mantenimento dell’ordine, la polizia tutelava l’igiene e la sanità, controllava le transazioni commerciali e gli stranieri, sorvegliava i costumi e la moralità pubblica.
È alla fine del 18° secolo che si formano i sistemi di polizia nel senso moderno, in parallelo con lo sviluppo dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione. Negli Stati Uniti questo processo avvenne più tardi, verso la metà dell’Ottocento. Per quanto riguarda il mantenimento dell’ordine pubblico il modello dei sovrani assoluti europei nel Seicento era la Francia: Parigi, infatti, era la città presidiata più efficacemente dalla polizia. Successivamente, nel periodo della Rivoluzione, si sviluppò in Francia un sistema di polizia onnicomprensivo che aveva il compito di garantire l’ordine pubblico, la proprietà, la sicurezza individuale, ed era diviso in due corpi: la polizia amministrativa e quella giudiziaria. La prima era preposta al controllo dei reati, al mantenimento dell’ordine pubblico e alla vigilanza sulla stabilità politica; la seconda aveva funzioni analoghe a quelle dei moderni dipartimenti di polizia investigativa.
In Gran Bretagna invece, prevalse per lungo tempo l’antico sistema della common law («legge comune», cioè consuetudinaria), in base alla quale spettava ai cittadini il compito di organizzare le attività di polizia della propria comunità. Il sistema di polizia, quindi, era decentrato e non professionale. All’inizio dell’Ottocento però fu adottato un sistema centralizzato, nelle aree che ponevano i maggiori problemi di ordine pubblico e in molti possessi coloniali. Nel resto della Gran Bretagna si preferì invece una nuova versione del sistema decentrato, con giudici di pace stipendiati e in collegamento con una serie di uffici di polizia formati da piccole unità di agenti in divisa.
Negli Stati Uniti la polizia si modellò sul precedente inglese con alcune differenze, tra cui la diffusione di forze di polizia statali, come i Rangers del Texas. Nel 1908, inoltre, il presidente Theodore Roosevelt creò un’agenzia governativa federale, il Bureau of investigation, che nel 1934 assunse il nome di Federal Bureau of Investigation (FBI).
La prima forma di polizia ispirata a una funzione preventiva oltre che repressiva in Italia risale al 1852, quando il re di Sardegna Carlo Alberto costituì il corpo delle Guardie di pubblica sicurezza (PS). Con la formazione dello Stato unitario il raggio d’azione delle Guardie fu ampliato, e nel 1867 i loro poteri furono estesi a tutte le province del Regno. La direzione unica venne affidata al ministro dell’Interno, che poteva avvalersi dell’autorità conferita al prefetto e ai questori. È questo uno dei principi cardine che vige ancora oggi.
Tra la fine del 19° e l’inizio del 20° secolo le forze di polizia furono utilizzate nella repressione di moti e manifestazioni popolari provocati dalle tensioni sociali dell’epoca, tanto che il ministro liberale Giolitti volle richiamare prefetti e questori a svolgere un ruolo di mediazione nei conflitti, nel tentativo di evitare il ricorso all’uso della forza. Il regime fascista (fascismo) si avvalse a sua volta della polizia per mettere in atto le proprie politiche autoritarie e repressive. Nel frattempo l’istituzione aveva introdotto al suo interno importanti novità sul fronte delle investigazioni: nel 1901 era nata la Scuola superiore di polizia scientifica, per affinare le tecniche utili all’identificazione delle persone e nei sopralluoghi sulla scena dei delitti. Nel 1907 furono istituiti i commissariati compartimentali con il compito di vigilare sui treni, primo nucleo delle cosiddette specialità che avrebbero portato nei decenni successivi alla nascita dei corpi con specifiche competenze.
Nel 1944 fu istituito il nuovo corpo delle Guardie di PS, con status militare per far riguadagnare alla polizia, dopo il fascismo, il consenso dei cittadini. Tuttavia anche nell’Italia repubblicana nata con la Costituzione, il ricorso alle forze dell’ordine nella repressione dei moti di piazza non mancò di creare incidenti e polemiche sull’utilizzo degli uomini in divisa al servizio del potere politico e contro le opposizioni.
Una nuova riforma della polizia varata nel 1981 ha sancito la smilitarizzazione del corpo e la parità di carriera tra uomini e donne. La riforma ha avviato una stagione di rinnovata fiducia in un’istituzione che nel corso degli anni s’è trovata a dover fronteggiare emergenze come la lotta al terrorismo, alla mafia, alla corruzione e ad altre forme di criminalità, fino al controllo dell’immigrazione clandestina. La Polizia di Stato è coadiuvata da corpi diversi, come l’Arma dei carabinieri, la Guardia di finanza, la polizia penitenziaria, il Corpo forestale dello Stato, le Capitanerie di porto. Negli ultimi anni, grazie all’uso di nuove tecnologie, si sono aggiunti altri settori specializzati per la prevenzione e la repressione del crimine, ma anche con funzioni amministrative.
All’epoca dell’assolutismo i provvedimenti in materia di ordine pubblico emanati dallo Stato erano sottratti al controllo di qualsiasi tribunale. Per questa ragione l’espressione Stato di polizia fu usata per designare quei governi in cui il sovrano aveva un’autorità illimitata che sfuggiva a ogni controllo giurisdizionale. Oggi parliamo di Stato di polizia a proposito di paesi in cui vigono regimi autoritari di vario tipo. La funzione primaria dello Stato di polizia era quella di reprimere, con ogni mezzo possibile, ogni forma di dissenso. In questi Stati inoltre vennero creati reparti speciali di polizia fedeli al regime, come la Ceka in Unione Sovietica, o la Gestapo nella Germania nazista.
Negli ultimi decenni si è registrato un notevole aumento delle attività internazionali della polizia. Alcune attività criminali hanno una dimensione internazionale, come il terrorismo, il traffico di droga, il riciclaggio del denaro sporco e il traffico illegale d’opere d’arte. La polizia si trova quindi spesso a dover condurre indagini al di fuori del proprio territorio con l’autorizzazione della polizia di altri paesi e in collaborazione con essa. Nell’ambito dell’Europa occidentale, per esempio, è stata creata una rete di polizia per il controllo del traffico della droga, e una rete analoga di squadre speciali antiterrorismo.