Nave militare che consente il decollo, l’appontaggio, il ricovero e la manutenzione, nonché il controllo operativo di aerei militari di vario tipo (v. fig.). Le navi p. erano uno degli elementi principali delle marine militari, poiché consentivano di assicurare il controllo operativo di vaste aree e di colpire con siluri, missili e bombe obiettivi ovunque situati. Dopo la fine della contrapposizione Est-Ovest, con il venir meno della probabilità di grandi scontri tra flotte nemiche, il ruolo delle p. è divenuto primariamente quello di proiettare il potenziale della componente aerea imbarcata contro bersagli situati sulla terraferma. La marina statunitense ha ridotto il numero delle grandi p. a 10, di cui almeno una normalmente in manutenzione. Il gruppo aereo imbarcato ha diminuito la sua consistenza numerica e dismesso alcuni modelli di velivolo. Malgrado ciò, la capacità di generare sortite è aumentata, grazie alla maggiore affidabilità dei nuovi modelli; inoltre, la diffusione di armamento guidato ha sostanzialmente incrementato il numero di bersagli che possono essere colpiti dai velivoli imbarcati. Il risultato è un aumento complessivo delle capacità offensive.
Velivolo di grandi dimensioni atto a portare in quota, generalmente sotto l’ala, aerei, specie sperimentali, a propulsione a reazione, che al termine della missione prendono terra con mezzi propri (per es., gli aerei a reazione statunitensi da X-1 a X-15 e anche piccoli aerei senza pilota usati come bersagli nei poligoni di tiro, specie per esercitazioni con missili).