posta
Il primo e fondamentale mezzo per corrispondere a distanza
La posta e il servizio postale nascono dall’esigenza dell’uomo di comunicare qualcosa a qualcuno in tempi relativamente rapidi. Da millenni tutte le civiltà si sono dotate di un servizio postale, tuttavia è soltanto da meno di due secoli che esiste un sistema di pagamento anticipato del servizio, il francobollo. Oggi le Poste, grazie all’informatizzazione, offrono molti altri servizi oltre alla semplice consegna di corrispondenza e svolgono funzioni simili alle banche
È difficile stabilire con esattezza quando l’uomo sentì il bisogno di dotarsi di un sistema rapido di comunicazione a distanza, che gli permettesse di recapitare corrispondenze scritte. Secondo alcune testimonianze furono i Cinesi a inventare all’inizio del 4° millennio a.C. il servizio di posta, realizzato unicamente per scopi governativi. La necessità di rapide comunicazioni tra vari centri statali sorse però ben presto in tutte le civiltà antiche più evolute: da quelle mesopotamiche a quella egizia, da quella greca a quella romana.
Analoghi servizi furono creati anche nelle civiltà precolombiane con scopi principalmente pubblici. A Roma già dal 1° secolo d.C. venne organizzato un efficiente servizio postale – prevalentemente a uso ufficiale, ma non soltanto – per mezzo di carri trainati da cavalli o da buoi e, più velocemente, da messaggeri a cavallo per i dispacci militari. La caduta dell’Impero Romano e l’insediamento in Europa dei primi regni barbarici ridussero ma non eliminarono del tutto il servizio postale, utilizzato, ancora una volta, per scopi ufficiali da re e grandi vassalli.
Alla fine dell’alto Medioevo furono gli ordini monastici a portare innovazioni importanti in ambito postale. Grazie a donazioni reali e nobiliari, a partire dall’8° secolo i principali monasteri (monachesimo) ampliarono di molto i propri possedimenti e vennero create nuove strutture destinate a un rapido sviluppo. Nacque dunque la necessità di costanti e rapidi collegamenti tra sedi spesso molto lontane tra loro: ciò portò alla rinascita di un servizio postale gestito da ogni ordine, o direttamente o in appalto a corrieri privati. Uno sviluppo ulteriore si ebbe poi con Carlomagno, che tra l’8° e il 9° secolo istituì un servizio postale imperiale – costituito dai cosiddetti missi dominici – per collegare la corte (che all’inizio non aveva una sede fissa, poi insediata ad Aquisgrana) con tutti i centri di potere, dal Belgio alla Francia, dalla Germania all’Italia. Il servizio pubblico decadde però con la morte di Carlomagno e con la successiva suddivisione dell’impero tra i suoi figli. Decadde ma non scomparve, grazie ancora una volta ai monasteri e successivamente ai liberi Comuni.
Fu però la nascita delle università a far rivivere la tradizione di un servizio postale continuativo. Grazie a privilegi imperiali o papali, prima lo studium di Bologna (1158), poi quello di Tolosa (1229) e via via quello di Lisbona, di Parigi e di altri centri avviarono regolari collegamenti tra le proprie sedi e regioni spesso molto lontane per permettere ad allievi e docenti di poter comunicare con le famiglie.
Servizi postali privati e pubblici ebbero un ulteriore e forte impulso a partire dal 14° secolo, grazie al grande sviluppo del commercio, alla nascita dei primi regni europei e al rinnovato impulso dei viaggi via mare per scopi mercantili e militari, come nel caso delle Crociate. Un servizio pubblico di Stato rinacque in Francia sotto Luigi XI, nel 1464; ma regni, signorie e repubbliche – come quella di Venezia, con la Compagnia dei corrieri della Serenissima – non furono da meno, organizzando corse regolari su tratte predeterminate, appoggiandosi spesso a strutture private.
In questo ambito, un posto di rilievo ebbe la Compagnia dei corrieri bergamaschi, già attiva sul finire del 13° secolo grazie ai Tasso, famiglia che gestì per secoli le attività postali tra ducato visconteo, poi sforzesco, e i territori della Repubblica di Venezia, quelli del Sacro Romano Impero e altri territori europei. Divenuti ricchissimi e potenti, i Tasso avviarono un’attenta politica di matrimoni. Trasferitisi in Austria prima e in Germania poi diedero origine al ramo tedesco della famiglia, che germanizzò il nome in Thurn und Taxis, ancora oggi tra le famiglie più blasonate e ricche di quel paese.
Le fortune dei Tasso fiorirono agli inizi del 16° secolo sotto l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, cui garantirono il recapito gratuito della posta in ogni angolo dell’Impero in cambio della concessione dei proventi del servizio e dell’immunità fiscale. Il servizio organizzato nel corso dei secoli dai Tasso fu proverbiale per sicurezza, efficienza e puntualità tanto che le fortune della famiglia rimasero inalterate fino al 1867, quando il servizio postale tornò in mani pubbliche.
Con l’avvento degli Stati nazionali, ciascuno di essi creò un proprio sistema postale pubblico e presto furono firmati accordi tra Stati per lo scambio e l’accettazione di posta, fino alla creazione dell’Unione postale mondiale.
Nel 19° secolo, in Gran Bretagna, nacque il servizio con pagamento anticipato della posta: nel 1840 uscì il primo francobollo (dal valore di un penny con l’immagine della regina Vittoria: il famoso penny nero), che da quel momento sarebbe stato associato in modo indissolubile allo sviluppo del servizio postale, diventando anche oggetto di un collezionismo che non ha smesso ancora oggi di attrarre appassionati in tutto il mondo. Nel 19° secolo le Poste assunsero anche la gestione di un altro servizio innovativo: il telegrafo. Quello elettrico nacque in Gran Bretagna nel 1839, ma fu perfezionato dallo statunitense Samuel Morse; la prima rete telegrafica vide la luce negli Stati Uniti nel 1844.
Oggi le Poste sono strutture complesse, che si sono adattate alle moderne esigenze. Ai tradizionali invii di lettere e pacchi, telegrammi, vaglia e altri strumenti tipicamente postali hanno affiancato molti altri servizi, compreso quello bancario e assicurativo, e sono diventate, almeno nei paesi occidentali, concorrenti delle banche grazie alla loro diffusione sul territorio. L’introduzione delle tecnologie informatiche ha aggiunto alle normali procedure anche quelle via Internet.
Con la progressiva liberalizzazione e globalizzazione del mercato, oltre ai servizi postali nazionali si sono sviluppati già a metà del secolo scorso quelli privati. Il servizio di posta celere privato era per lo più specializzato nel trasporto di pacchi di grandi dimensioni e peso spesso rifiutati dal normale servizio postale. I servizi nazionali di corrieri si sono presto estesi anche su percorsi internazionali, grazie soprattutto all’uso dell’aereo. Oggi alcuni grandi gruppi di corrieri internazionali sono in grado di ricevere, spedire e consegnare un plico o un pacco in tutto il mondo entro 24 ore.
Quello del Pony express fu un veloce servizio postale, tanto famoso quanto di breve durata. Introdotto negli Stati Uniti nel 1860, esso collegava la costa est del paese a quella ovest, dal Missouri alla California, attraversando un percorso di oltre 3.000 km e pieno di insidie, perché passava nei territori indiani e in aree ancora poco abitate. Il servizio era garantito da poco più di 80 giovani corrieri che, in groppa ad agili e veloci cavalli, percorrevano tratte giornaliere anche di 120 km, con ogni tempo e in ogni stagione. Lungo il cammino si fermavano in una delle 157 stazioni di posta per riposarsi, cambiare i cavalli, consegnare e prendere in carico la posta. Le corse del Pony express durarono meno di due anni, non soltanto perché furono molti i corrieri che morirono lungo le piste, ma anche perché, in quello stesso periodo, entrò in servizio il telegrafo, che in pochissimo tempo soppiantò l’utilità dei postini a cavallo. Scomparsi dalle praterie, i Pony express rinacquero pochi decenni dopo nell’immaginario collettivo con l’avvento del cinema, che presto, soprattutto negli Stati Uniti, ne riscoprì lo spirito di avventura. Oggi il termine pony indica comunemente i fattorini che, anziché le praterie, sfidano il traffico delle grandi città a bordo di motorini per recapitare la posta.