Tratto più o meno esteso di terreno coperto d’erba che viene totalmente o in parte falciata per essere impiegata, fresca o conservata, per l’alimentazione del bestiame. Il p. differisce dal pascolo perché mentre nel primo l’erba viene falciata, nel pascolo l’erba è consumata sul posto dagli animali. Qualora il prodotto sia in parte pascolato e in parte falciato, si usa il termine di p.-pascolo. Queste colture, che sono miglioratrici della fertilità e sono connesse con l’allevamento zootecnico e con la produzione di letame, assumono tanto maggiore importanza e diffusione quanto più progredita e intensiva è l’agricoltura di un paese.
Si fanno diverse classificazioni dei p.: a seconda che si sviluppino per disseminazione naturale o con l’apposita semina, si distinguono in naturali o artificiali; sono polifiti se formati di numerose specie, monofiti od oligofiti se formati di una o poche specie; infine si dicono permanenti quando hanno lunga o indefinita durata, alterni o temporanei quando durano uno o pochi anni. I p. permanenti sono sempre polifiti, naturali o artificiali, gli alterni sono generalmente monofiti od oligofiti e costituiti più frequentemente da medica, trifoglio, sulla, lupinella e simili. Un tipo particolare di p. permanente è dato dalle marcite. Rientrano nella categoria dei p. anche le colture intercalari distinte con il nome di erbai. Le specie prevalenti nei p. sono in maggior proporzione Poacee perenni, cui seguono Leguminose e Composte.