PREPOSIZIONI
Le preposizioni (dal latino praeponere ‘mettere davanti’) sono parti invariabili del discorso che, premesse a un nome, a un pronome, a un avverbio o a un verbo all’infinito, ne precisano la funzione sintattica
È in coma nel reparto di rianimazione dove è giunta dopo l’iniziale ricovero all’ospedale maggiore di Crema («La Stampa»)
L’insieme formato dalla preposizione e dalla parola che la segue si chiama complemento preposizionale.
Le preposizioni possono essere di vari tipi:
– le preposizioni proprie, che non hanno accento autonomo e possono fondersi con l’articolo dando luogo alle preposizioni articolate
➔di
➔a
➔da
➔in
➔con
➔su
➔per
le preposizioni proprie possono avere solo il ruolo grammaticale di preposizione e rappresentano un insieme chiuso;
– le preposizioni improprie, che hanno un accento autonomo e non ammettono le forme articolate
davanti (➔davanti o davanti a?)
dietro (➔dietro o dietro a?)
dopo
fuori
lontano
lungo
mediante
prima (➔prima che o prima di?)
sopra (➔sopra o sopra a?)
sotto (➔sotto o sotto a?)
le preposizioni improprie possono essere usate anche con altri ruoli grammaticali (aggettivi, verbi o avverbi) e rappresentano un insieme aperto;
– le preposizioni articolate, risultanti dalla fusione di una preposizione semplice propria con le forme dell’articolo determinativo
le preposizioni articolate del, dello ecc. sono usate anche con il valore di articolo ➔partitivo
Ho bevuto del (articolo partitivo) vino del (preposizione articolata) Salento
anche le locuzioni ➔preposizionali, gruppi di parole che funzionano come un tutt’uno, vengono usate come preposizioni
si dedica a piccoli atti di teppismo in compagnia d’(= con) un amico di quelli che perderli è meglio che trovarli (E. Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo).
Per le preposizioni con e per c’è la tendenza, ormai generalizzata, a evitare le forme composte delle preposizioni articolate
Le trattative vengono avviate solo con le Confessioni che abbiano ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica (www.governo.it)
Ospedale in tilt per il freddo: «Caldaia troppo vecchia» («La Stampa»)
Soltanto col e coi hanno ancora una certa frequenza, mentre sono rari nello scritto i composti collo, colla, cogli, colle, ai quali si preferisce con lo, con la, con gli, con le
Belfodil, un fisico da 191 cm per 86 kg, ha già esordito in Champions League col Lione («La Repubblica»)
si scattavano foto ricordo in sala d’Ercole – l’anticamera della sala consiliare – addobbata coi gonfaloni («La Repubblica»)
Delle forme composte con per, sopravvivono pel e pei, rare e percepite come ricercate (e usate spesso con intento ironico o parodistico)
browser che ogni giorno milioni di utenti utilizzano per navigare pei perigliosi flutti del web («La Repubblica»)
Sono ormai del tutto abbandonate le forme pello, pella, pegli, pelle, al posto delle quali si usano le forme separate per lo, per la, per gli, per le.