principio dell’handicap Si tratta di un’ipotesi formulata per la prima volta dal biologo Amotz Zahavi per cercare di chiarire in quale modo il processo evolutivo intervenga nella selezione di comportamenti o di tratti fisici di una data specie e per quale ragione molte specie presentino tratti o comportamenti che sembrerebbero contrari alla teoria darwiniana di evoluzione del più adatto. L’handicap (ovvero un comportamento o una caratteristica fisica che tendono ad abbassare la fitness dell’individuo e di conseguenza le sue probabilità di sopravvivenza) sarebbe un “segnale onesto” sia per il partner sessuale (che in questo modo può scegliere un compagno in ottima salute, in grado di sostenere il “costo” dell’handicap), sia per gli eventuali predatori, che tenderebbero a scegliere animali meno performanti, più deboli, contribuendo così alla selezione. Due esempi classici con i quali viene illustrata l’applicazione del p. dell’h. sono la coda del pavone (che rende estremamente disagevole il movimento, rende bersagli più facili e più evidenti ed è difficile da mantenere libera da parassiti) e lo stotting delle gazzelle. Mentre nel primo caso il meccanismo di selezione sessuale è piuttosto evidente (la femmina sceglierà per l’accoppiamento il pavone con la coda più integra e bella), nel secondo caso il comportamento è meno intuitivo: da quanto sembrerebbe, lo stotting (ovvero un tipo di corsa lenta e con salto verso l’alto prima di atterrare), messo in atto quando le gazzelle vengono attaccate, serve per segnalare al predatore che le gazzelle sono in ottima salute, possono permettersi il diversivo e la caccia risulterebbe quindi infruttuosa. Lo stotting diventa quindi un “segnale onesto” in base al quale il predatore si orienta verso prede più deboli.