produzione
Materie prime, lavoro e capitale si trasformano in beni e servizi
L’offerta di beni e servizi sul mercato è generalmente assicurata dalle imprese. Queste trasformano – e la produzione consiste appunto in questa trasformazione – le materie prime, il lavoro, il capitale e la conoscenza in prodotti che il mercato richiede; questo processo combina i diversi fattori della produzione in modo da rendere massimo il profitto dell’impresa
La produzione è l’insieme delle attività svolte per realizzare un bene o fornire un servizio. Il termine produzione comprende infatti sia la produzione materiale – l’agricoltura, la pesca, l’estrazione mineraria e l’industria – sia i servizi. Nel processo produttivo diversi fattori di produzione, detti input – in inglese «quello che entra» – sono utilizzati e trasformati per ottenere un prodotto finale, detto output «quello che esce». Se un’impresa intende aumentare la propria produzione senza modificare il processo produttivo deve utilizzare maggiori quantità di input (materie prime, lavoro, capitale). In alternativa, essa può cambiare il modo di produrre sfruttando il progresso tecnologico che consente di incrementare l’output senza dovere necessariamente aumentare gli input. Quando parliamo di impresa non dobbiamo necessariamente pensare a una grande azienda: anche il barbiere è ‘a capo’ di un’impresa, così come il contadino o l’idraulico. Tutti producono beni e servizi, in grande o piccola scala.
I fattori di produzione sono classificati in tre categorie. Le risorse naturali comprendono i fattori (risorse) forniti dalla natura, come la terra, l’acqua, i minerali. Il capitale umano include le conoscenze e le abilità che i lavoratori acquisiscono attraverso l’istruzione, l’addestramento e l’esperienza professionale. Su questi due fattori il produttore può intervenire modificandoli, nel senso che l’impresa può cambiare la quantità di input in breve tempo, acquistando più o meno materie prime e assumendo o licenziando lavoratori. Il capitale fisico comprende gli impianti, i macchinari e le attrezzature utilizzati dall’impresa nella produzione; per modificarne le quantità essa deve realizzare un investimento che richiede generalmente maggiore tempo. Man mano che il capitale umano si arricchisce con nuove conoscenze e nuovo ‘saper fare’, anche il capitale fisico si arricchisce di macchine più sofisticate: si creano così nuovi modi di combinare i fattori produttivi, che permettono un aumento della produttività, cioè della quantità di prodotto che è possibile ottenere da una data quantità di input.
Vi sono diversi tipi di produzione. Pensiamo, per esempio, al cantiere che produce in un unico esemplare un particolare tipo di barca. In questo caso la produzione è conseguente all’ordine del cliente ed è definita su progetto. Ben diverso è il caso di chi produce calzature, abbigliamento o mobili: l’impresa che adotta una produzione su commessa o a lotti propone una serie di modelli diversi e avvia la produzione o in seguito all’acquisizione di un ordine o in previsione della domanda futura. La produzione che riguarda quantità elevate per un numero limitato di modelli – come per le automobili e gli elettrodomestici – si definisce in linea. In tali realtà il flusso non dipende strettamente dagli ordini, poiché l’impresa ha la possibilità di tenere in magazzino scorte di prodotti finiti o di semilavorati. Infine, nella produzione di processo sono coinvolti volumi ingenti di materie prime che subiscono trasformazioni continue e irreversibili (come avviene nel caso dell’acciaio, della carta, del cemento, della plastica e così via).
Il continuo miglioramento e affinamento dei processi produttivi dipendono in modo cruciale dalla concorrenza. Sono le pressioni competitive dei concorrenti agguerriti che spingono ogni produttore a cercare di migliorare la qualità dei prodotti e a sperimentare processi produttivi più efficienti e meno costosi.