Processo di decomposizione cui vanno soggette, in determinate condizioni, le sostanze organiche. Nel quadro della degradazione della materia organica, la p. svolge una funzione fondamentale, in quanto permette di ridurre a composti estremamente semplici (che possono essere di nuovo utilizzati) le sostanze proteiche complesse eliminate dagli organismi viventi, e quelle degli organismi venuti a morte. Le p. sono prodotte da batteri anaerobi obbligati o facoltativi. I prodotti della p. variano in rapporto sia alla specie batterica, sia alla natura della sostanza in p.: tra i principali prodotti vi sono l’indolo, lo scatolo, il cresolo, gli ossiacidi aromatici, gli acidi grassi inferiori, le ammine biogene e vari gas. Nell’intestino crasso, per opera dei batteri saprofiti o commensali, hanno luogo processi di p. che permettono di scindere le sostanze proteiche che non sono state digerite, le proteine delle cellule di desquamazione, dei secreti ecc.; i prodotti della p. non superano la barriera intestinale: solo alcuni sono assorbiti e sono trasformati dal fegato in prodotti poco tossici (indacano ecc.) e poi eliminati con le urine. Putrescina Composto chimico, di formula NH2(CH2)4NH2 (tetrametilendiammina o anche diamminobutano), che si rinviene nei tessuti animali in p. per degradazione batterica delle proteine. Si presenta come un liquido incolore, di odore sgradevole, non tossico; si forma per decarbossilazione dell’ornitina, per azione dell’ornitina decarbossilasi, enzima limitante la sintesi delle diammine e poliammine. La putrescina riveste particolare interesse in quanto è in grado di promuovere la crescita di cellule animali e batteriche, stimolando la sintesi dell’RNA; il suo metabolismo nei Mammiferi non è stato ancora chiarito. La putrescina compare, con la cadaverina, nelle urine in caso di diamminuria.