Chichibìo Personaggio letterario del Decameron (6a giornata, novella 4a) di G. Boccaccio: è un cuoco veneziano che sa trarsi d'impaccio con una risposta pronta ed arguta. ...
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Decameròn (o Decàmeron, o Decameróne) Raccolta di cento novelle di G. Boccaccio, la cui stesura definitiva può essere attribuita agli anni tra il 1349 e il 1351. Consta d'un proemio, di un'introduzione [...] in una Conclusione alla fine del Decameron, l'autore lo difende dai malevoli.
Approfondimento di Natalino Sapegno, da Boccaccio, Giovanni (Dizionario Biografico degli Italiani)
§ Decameròn. Il B. scrisse il suo capolavoro in breve giro di anni, fra ...
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Poeta (n. Firenze dopo il 1350 - m. 1417). Difese in latino Petrarca, Boccaccio e soprattutto Dante, che anteponeva a ogni poeta antico e moderno. Continuò i modi dello stil novo, soprattutto di Cavalcanti, [...] di Cino, di Dante, ma fu particolarmente affascinato da Petrarca, come prova la struttura stessa del suo piccolo canzoniere, modellato sull'impianto di quello petrarchesco ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione [...] pochi e di scarso rilievo; anche i maggiori tra essi, e i più vicini a lui nel tempo, come il Petrarca e il Boccaccio, non vanno oltre un'imitazione sporadica ed esterna, e traggono da ben altro che da essa le ragioni della loro grandezza; a distanza ...
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Personaggio letterario, protagonista di una delle più famose novelle del Decameron di G. Boccaccio (giornata II, nov. 5a): ingenuo provinciale venuto a Napoli, è vittima di una serie di truffe e avventure [...] nei bassifondi napoletani da cui esce con una nuova fortuna dovuta al caso e a una naturale scaltrezza ...
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Novellieri del Cinquecento
Marziano Guglielminetti
Occorre riconoscere, preliminarmente, che la narrativa del Cinquecento, e in particolare la novellistica, rimane tutt'oggi res nullius. o, se si vuole, [...] diatribe), si nasconda la volontà di celebrare la sapienza e il gusto della «reina» chiamata a presiedere questo rituale, apparentemente boccacciano, e che dietro alla «reina» si celi, a sua volta, l'anima di una donna assai cara all'uomo Firenzuola ...
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Scrittore (n. Bassano 1515 - m. 1575), traduttore, fra l'altro, delle opere latine del Boccaccio e autore di uno dei più notevoli trattati d'amore del '500, Il Roverta, nel quale si ragiona d'amore e degli [...] effetti suoi (1544) ...
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Romanzo (scritto nella seconda metà degli anni Trenta del XIV sec.) in prosa di G. Boccaccio. Il titolo voleva significare, secondo l'intenzione dell'autore, non molto esperto di greco, "Fatica d'amore". [...] , ispirati a Virgilio, Lucano, Stazio, Ovidio, Seneca, Valerio Massimo.
Approfondimento di Natalino Sapegno da Boccaccio, Giovanni (Dizionario Biografico degli Italiani)
§ Filocolo. È probabilmente la prima prova in senso risolutamente narrativo ...
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Umanista francese (n. Premierfait, Arcis-sur-Aube, seconda metà del 14º sec. - m. 1418); traduttore di Boccaccio (Des cas de nobles hommes et femmes infortunez, 1483; Decameron, 1485), di Cicerone (De [...] senectute e De amicitia) e di Seneca (Les ceuvres de Senèque, 1500 circa) ...
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Poeta fiorentino del sec. 13º, che non pare identificabile col Ciacco ricordato da Dante (Inf., VI) e dal Boccaccio (Decam., IX 8). Dei due componimenti a lui attribuiti (O gemma leziosa e Part 'io mi [...] cavalcava) soltanto il primo può essere attribuito con certezza a Ciacco: si tratta di un contrasto a lieto fine tra un giovane amante e una "villanella", da avvicinarsi al genere delle pastorelle ...
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boccaccia
boccàccia s. f. [pegg. di bocca] (pl. -ce). – 1. Bocca grande e sgraziata o sformata; si usa soprattutto come espressione di spregio o riferito a persona maldicente o sboccata: chiudi questa b.; non dar retta a quella boccaccia....