Il gerundio è un modo verbale non finito invariabile, formato con i suffissi -ando (prima coniugazione) e -endo (seconda e terza). Ha una forma semplice (cantando) e una forma composta (avendo cantato).
Il [...] , Dec. II, Introduzione, 89)
(33) Primasso, avendo l’un pane mangiato e l’abate non vegnendo, cominciò a mangiare il secondo (Boccaccio, Dec. I, 7, 71-72)
(34) Ciò detto, il lume intrigandogli gli occhi, cedeva a le tenebre perpetue (Pietro Aretino ...
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L’aggettivo sostantivato è una sottoclasse delle ➔ parti del discorso costituita da ➔ nomi che sono formalmente e diacronicamente ➔ aggettivi, e che per un processo di transcategorizzazione hanno cambiato [...] ) la cieca severità delle leggi e de’ rettori, li quali assai volte, quasi solliciti investigatori del vero, incrudelendo fanno il falso provare (Boccaccio, Dec. III, 7)
(2) e quel che ’l bello e ’l caro accresce a l’opre,
l’arte, che tutto fa, nulla ...
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CHE O CUI?
Nei ➔complementi indiretti, il pronome relativo che di regola viene sostituito dalla forma obliqua
il viaggio di cui ti ho parlato
l’agenzia a cui si è affidato
il punto da cui sono partiti
la [...] che (= di cui) ti puoi fidare
La carta che (= con cui) ci si fanno i giornali.
Storia
Nei testi antichi non è raro trovare che al posto di cui
Questo è il diavolo di che io t’ho parlato (G. Boccaccio, Decameron).
VEDI ANCHE relativi, pronomi ...
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Pietro Bembo nacque a Venezia il 20 maggio 1470 da una grande famiglia patrizia. Studiò greco dal 1492 al 1494 a Messina alla scuola di Costantino Lascaris, quindi filosofia a Padova e a Ferrara. A Ferrara [...] . Prescrisse che il modello doveva essere la lingua del Canzoniere di ➔ Petrarca per la poesia, quella del Decameron di ➔ Boccaccio per la prosa. A questa scelta lo induceva il suo ciceronianesimo, trasferito dal campo latino a quello volgare. Così ...
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MARTELLOTTI, Guido
Silvia Rizzo
Filologo, nato a Roma il 10 gennaio 1905, morto ivi il 26 dicembre 1979. Si laureò a Roma in letteratura greca con N. Festa, con una tesi su Mesomede pubblicata nel 1929. [...] l'umanesimo e più indietro a Dante, con contributi su Dante e i classici, sulla riscoperta dello stile bucolico, su Boccaccio, su Salutati, sul primo abbozzo dell'Asinus di Pontano, ecc. Nel 1964 vinse il concorso a cattedre di Filologia medievale ...
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Come indicò Saussure (1916), la lingua si può studiare in due modi: o lungo l’asse della simultaneità, descrivendo il sistema di fenomeni esistente in un momento dato, in una certa comunità di parlanti, [...] rispettata da Dante («E se non fosse ch’ancor lo mi vieta»: Inf. XIX, 100), mentre già nel Decameron di Boccaccio il tipo arcaico coesiste con il tipo moderno me lo in proporzioni pressoché uguali. Per tutto il Trecento resiste gliele invariabile, in ...
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La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; [...] modelli, identificati in primo luogo nella poesia di ➔ Francesco Petrarca e nella prosa più elevata del Decameron di ➔ Giovanni Boccaccio (non in tutta l’opera, dunque), e solo in maniera subordinata in Dante, autore macchiato, agli occhi del Bembo ...
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Filologo italiano (Roma 1905 - ivi 1979), figlio di Giuseppe. Prof. di filologia medievale e umanistica all'univ. di Macerata (1965) e dal 1966 alla Scuola Normale di Pisa. Entrato giovanissimo (1928) [...] dal 1939), della quale pubblicò un primo volume (1964), lasciandone incompiuto un secondo dedicato al De gestis Cesaris. Numerosi altri scritti sono stati riuniti in Dante e Boccaccio, e altri scrittori dall'Umanesimo al Romanticismo (post., 1983). ...
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PARODI, Ernesto Giacomo
Guido Lucchini
– Nacque a Genova il 21 novembre 1862 da Elia e Teresa Raffetto.
Si laureò nella città natale nel 1885 con una tesi sulla Descrizione del dialetto genovese, discussa [...] del suo allievo Alfredo Schiaffini in Tradizione e poesia nella prosa d’arte italiana dalla latinità medievale a G. Boccaccio (Genova 1934).
Parodi recensì assiduamente sul Bullettino della Società dantesca italiana, di cui fu direttore dal 1906 fino ...
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La legge Tobler-Mussafia (così detta dal nome di Adolf Tobler e Alfredo Mussafia, i quali, rispettivamente nel 1875 e nel 1886, per primi osservarono nella distribuzione dei ➔ clitici in francese e in [...] le congiunzioni ma ed e: «l’ombra si tacque e riguardommi (Dante, Purg. XXI, 110); «ma dimmi, in avarizia hai tu peccato» (Boccaccio, Dec. I, 1, 57), ma anche «abbracciommi la testa e mi sommerse (Dante, Purg. XXI, 101);
(ii) all’inizio di frasi ...
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boccaccia
boccàccia s. f. [pegg. di bocca] (pl. -ce). – 1. Bocca grande e sgraziata o sformata; si usa soprattutto come espressione di spregio o riferito a persona maldicente o sboccata: chiudi questa b.; non dar retta a quella boccaccia....