La conversazione è uno scambio verbale tra due o più partecipanti, come tipo di attività socialmente organizzata, prevalentemente di carattere informale e basata sulla ➔ lingua parlata. La conversazione, [...] , Carla (a cura di) (2002), Sul dialogo. Contesti e forme di interazione verbale, Milano, Guerini.
Bazzanella, Carla (20082), Linguistica e pragmatica del linguaggio. Un’introduzione, Roma - Bari, Laterza (1a ed. 2005).
Colamussi, Anna & Pallotti ...
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Dal punto di vista linguistico il fascismo riveste grande interesse, perché il regime si propose di disciplinare l’intero repertorio linguistico italiano, non limitandosi al controllo della lingua nazionale [...] conciliante gli attributi della sintesi e del dinamismo verbale: oltre che pronunciato nelle adunanze, fu massicciamente 1977).
Golino, Enzo (1994), Parola di Duce. Il linguaggio totalitario del fascismo, Milano, Rizzoli.
Isnenghi, Mario (1996), ...
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La nominalizzazione è la trasformazione (tecnicamente, la transcategorizzazione) in nome di un elemento linguistico di qualunque natura (parola, espressione, frase, componente di frase, ecc.) e categoria. [...] ., nel discorso filosofico e sociologico (su influsso del linguaggio filosofico tedesco): (il) privato «la sfera del ‘meno verbo’ dell’infinito nominale. Quest’ultimo, essendo più verbale del nome d’azione, conserva la reggenza dell’oggetto diretto. ...
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Per variazione diatopica (dal gr. diá «attraverso» e tópos «luogo») si intende la ➔ variazione linguistica su base geografica. L’espressione è stata, se non creata, certo diffusa negli studi linguistici [...] Diadori 1993). Basterà solo ricordare come nell’estremo Sud l’espressione della ➔ negazione possa essere resa, in linguaggio non verbale, anziché con lo scuotimento del capo, con il suo sollevamento e spostamento all’indietro, accompagnato da un ...
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Il rapporto tra cinema e lingua italiana è a doppio senso: la lingua scritta e parlata è stata variamente influenzata, nel lessico e nello stile, dal cinema, così come quest’ultimo, ovviamente, ha sempre [...] il più legato all’esistenza spicciola e quotidiana. Qualunque altro linguaggio più sostenuto, letterario o (come si suol dire) proprio la volontà di riprodurre i meccanismi dell’interazione verbale nelle sue forme meno slegate e informali (Rossi 2003 ...
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Il termine predicato (lat. praedicātu(m) «ciò che è affermato [di qualcosa]») compare per la prima volta all’inizio del medioevo nel commento di Boezio al De interpretatione aristotelico. Aristotele aveva [...] verbi supporto). Il verbo è la testa lessicale del predicato verbale e manifesta, attraverso i suoi tratti morfologici, l’accordo (trad. it. Concetto e oggetto, in La struttura logica del linguaggio, a cura di A. Bonomi, Milano, Bompiani, 1973, pp. ...
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Nell’ambito della frase complessa (costituita cioè da almeno due frasi minori; ➔ frasi nucleari), la frase principale (detta anche, semplicemente, principale; ingl. main clause) è quella che non dipende [...] Richter, vol. II, Roma 1999, p. 369)
Il modo verbale tipico delle frasi iussive è l’➔imperativo, le cui forme mancanti sono giornalistico (soprattutto nelle titolazioni; 51) e il linguaggio pubblicitario (52).
L’opinione degli studiosi circa lo ...
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La virgola (dal lat. virgula(m) «piccola verga») è un segno di interpunzione, costituito da una linea curva con la testa al livello basso della riga, che ha una varietà di funzioni. Indica una pausa breve, [...] ellissi: di solito l’elemento ellittico è un predicato verbale che viene espresso una sola volta, all’inizio, perché unità coerente» (Mortara Garavelli 2003: 61-62).
Nel linguaggio giornalistico si è diffuso da qualche tempo un uso peculiare della ...
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Gli scambi dialogici scritti mediante più computer collegati in rete (posta elettronica e chat) rientrano nel sistema dei nuovi media (➔ Internet, lingua di). Alcune caratteristiche della posta elettronica [...] delle eccezioni (Antonelli 2009; ➔ giovanile, linguaggio), perlopiù in appunti o minute di compiti comunicazione mediata dal computer, in Sul dialogo. Contesti e forme di interazione verbale, a cura di C. Bazzanella, Milano, Guerini, pp. 253-267 ...
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Si intende per stile nominale uno stile (soprattutto nella lingua scritta) in cui la scelta del nome, unita a quella dell’aggettivo e dei verbi in modi non finiti (➔ modi del verbo), prevale sulla scelta [...] predicato espresso da un sintagma nominale, aggettivale, o da una forma verbale non finita:
(22) Lido Lanfranchi è fermo, non vede piazza Maurizio (19862), Lo stile nominale, in Id., Il linguaggio dei giornali italiani. Con due appendici su: “Le ...
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linguaggio
linguàggio s. m. [der. di lingua]. – 1. Nell’uso ant. o letter., e talora anche nell’uso com. odierno, lo stesso che lingua, come strumento di comunicazione usato dai membri di una stessa comunità: parlare con proprietà di l.; Questi...
verbale2
verbale2 s. m. [sostantivazione dell’agg. prec., nel sign. 1 c, sull’esempio del fr. (procès) verbal]. – Documento redatto da un pubblico ufficiale, o da chi è investito di questa specifica funzione, allo scopo di attestare e ricordare,...