Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] volgare nei nomi di ➔ Dante, ➔ Francesco Petrarca e ➔ Giovanni Boccaccio e in latino nel movimento umanistico, fondato dallo stesso Petrarca di Leon Battista Alberti e la Vita civile di Matteo Palmieri (1406-1475), dediti a teorizzare un modello ...
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L’infinito è un modo non finito del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che nella tradizione grammaticale è considerato forma di base del verbo stesso ed è, di conseguenza, usato come forma [...] cura di P. Procaccioli, Milano, Rizzoli, 2 voll.
Bandello, Matteo (1990), Novelle, introduzione di L. Russo, note di E. Gli occhiali d’oro, Il giardino dei Finzi-Contini).
Boccaccio, Giovanni (1964), Commedia delle ninfe fiorentine, a cura di A.E. ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] , tu, quelli; preposizione, sì come è quando io dico a Giovanni, questo a è la preposizione; avverbio, sì come è pienamente, (1984), Impariamo l’italiano, Milano, Rizzoli.
Motolese, Matteo (2007), Appunti su lingua poetica e prima esegesi della ...
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di Bruno Moretti
Il termine mistilinguismo è usato correntemente come sinonimo di plurilinguismo sia per i casi in cui in una comunità sono presenti due o più lingue, sia per i discorsi prodotti da un [...] che aveva ormai optato per il toscano). Anche ➔ Giovanni Boccaccio, già nell’Epistola napoletana (diretta a Franceschino de’ vera e propria letteratura furbesca (da Strazzola al Pistoia, da Matteo Franco a Pietro Aretino e ad Annibal Caro) che nel ...
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La negazione di frase è una risorsa che segnala che la situazione descritta in una frase non sussiste: in altri termini, essa inverte il valore di verità di una frase dichiarativa. In italiano, dove essa [...] della negazione comprende il complemento alla sua destra:
(11) b. Giovanni è andato a Nizza non per lavoro: ci è andato in linguaggio sia: “sì” se è sì, “no” se è no» (Matteo 5, 37).
I pronomi indefiniti negativi latini nēmo «nessuno», nihil «niente ...
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Il termine koinè (meno diffusa la variante grafica coinè) proviene dal greco koinē´, femminile dell’agg. koinós «comune» accordato con diálektos s.f. «lingua», indicante la lingua letteraria usata dai [...] più rappresentativo è L’Inamoramento de Orlando di ➔ Matteo Maria Boiardo, in cui la lingua risulta eterogeneamente costituita e latineggianti. Già nel 1356, sotto il regno di Giovanna I, un piccolo contingente di lettere, indirizzate dalla regina ...
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Ludovico Ariosto (Reggio Emilia 1474 - Ferrara 1533) trascorse quasi tutta la vita a Ferrara. Frequentò la società letteraria della corte estense, che stimolò i suoi primi esperimenti letterari in latino [...] origine popolare, aveva già intrapreso con ➔ Matteo Maria Boiardo il percorso verso una nobilitazione letteraria i testi di lingua (prime edd.: Ferrara, Giovanni Mazocchi, 1516; Ferrara, Giovanni Battista Della Pigna, 1521; Ferrara, Francesco Rossi ...
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I possessivi (aggettivi e pronomi) indicano una relazione tra un’entità e un possessore (reale o figurato). In particolare, essi rinviano a colui che instaura una relazione (per lo più di possesso, ma [...] singolare quanto plurale) se il possessore a cui si riferisce equivale al soggetto della frase:
(60) Matteo ha visto il proprio vicino rientrare a casa
(61) Giovanni e Lucia sono usciti con i propri figli
È ora importante notare che la funzione di ...
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Ausiliari (dal lat. auxilium «aiuto» + -āris) si chiamano alcuni verbi che, oltre al loro uso e significato autonomi (➔ modi del verbo), se impiegati in unione con le forme non finite di altri verbi, svolgono [...] mostrata (Dante); s’aveva messe alcune pietruzze in bocca (Giovanni Boccaccio); rotta s’hanno la piastra e la maglia (Francesco «mantenere»: il marito teneva detto che allumasse il fuoco (Matteo Bandello) «persisteva nel dire»; tengo chiusa la porta « ...
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L’opera in volgare di Francesco Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374) si esaurisce nelle 366 liriche d’amore che compongono i Rerum vulgarium fragmenta (indicato più comunemente, a partire dal Quattrocento, [...] definitiva del Vat. Lat. 3195, trascritta dal copista Giovanni Malpaghini, ma corretta e completata personalmente da Petrarca per i poeti non toscani (Giusto de’ Conti, ➔ Matteo Maria Boiardo, Cariteo, Jacopo Sannazaro), la cui produzione lirica ...
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vangelo
vangèlo (ant. vangèlio, letter. evangèlo o evangèlio) s. m. [dal lat. tardo, crist., evangelium, adattamento del gr. crist. εὐαγγέλιον, propr. «buona novella», comp. di εὐ «bene, buono» e ἄγγελος «messaggero, annuncio»]. – 1. a. Nome...
passione
passióne s. f. [dal lat. tardo passio -onis, der. di passus, part. pass. di pati «patire, soffrire»]. – In senso generico, e in rapporto al sign. fondamentale del verbo lat. pati (v. patire1), il termine passione si contrappone direttamente...