I verbi transitivi e quelli intransitivi (la cui definizione e la cui terminologia furono fissate già nella grammatica antica) rappresentano un’opposizione fondamentale tra i ➔ verbi di una lingua. Nella [...] Divina Commedia (1827-1829), a cura di A. Torri, Pisa, presso Niccolò Capurro, 3 voll., vol. 2°.
Villani, Giovanni (2007), Nuova /inchoative pairs, in Proceedings from semantics and linguistic theory V, edited by M. Simons & T. Galloway, ...
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Con il termine arabismi si intende una particolare classe di esotismi, molti dei quali successivamente integratisi nel vocabolario italiano e allineatisi alla morfologia della nostra lingua (➔ adattamento; [...] di Rubruk, Oderico da Pordenone, Marco Polo, Niccolò da Poggibonsi, sono i numerosi arabismi presenti tra Marco, Milione, versione toscana del Trecento, ed. critica a cura di V. Bertolucci Pizzorusso, Milano, Adelphi, pp. 489-759.
Cardona, Giorgio R ...
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Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 dalla figlia di Cesare Beccaria, Giulia, moglie presto separata del ricco possidente Pietro Manzoni. Dopo un decennio trascorso in collegio dai padri somaschi [...] in consonante («Egli è desso, il Redentor»: La Risurrezione, v. 35). Il lessico è sempre elevato (pondo ascoso «peso e sincronico si precisa ancora in due minute di una lettera a Niccolò ➔ Tommaseo (1830), in cui lo scrittore giustifica la scelta del ...
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Assumiamo convenzionalmente che l’età umanistica e rinascimentale coincida con i secoli XV e XVI. È questa l’epoca, in Italia come negli altri paesi dell’Europa occidentale, dell’emergere delle lingue [...] potenze straniere. Il Sacco di Roma, con i lanzichenecchi di Carlo V che fanno scempio del centro del cattolicesimo, ha una risonanza simbolica enorme fiorentino o toscano (un illustre esponente è ➔ Niccolò Machiavelli); e la teoria bembiana (cfr. § ...
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Per lingua delle cancellerie o cancelleresca può intendersi, in senso stretto, quella della corrispondenza ufficiale delle cancellerie tardomedioevali e rinascimentali e, in senso lato, quella di statuti, [...] Firenze si pensi a Coluccio Salutati, al Landino, a ➔ Niccolò Machiavelli; per la cancelleria aragonese a umanisti come il Pontano e definitivamente in città solo nel 1420, con papa Martino V, che perfezionò l’istituzione del nuovo ceto dei curiales ...
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Il participio è un modo non finito del verbo (➔ modi del verbo), suddiviso in una forma detta passata (amato) e una presente (amante), entrambe continuazioni dirette delle forme equivalenti latine (amatus [...] Torino, UTET.
Boccaccio, Giovanni (1985), Decameron, a cura di V. Branca, Milano, Mondadori.
Buzzati, Dino (1993), Il segreto ), Cristo si è fermato a Eboli, Milano, Mursia.
Machiavelli, Niccolò (1961), Il Principe, a cura di L. Firpo, introduzione ...
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Il termine koinè (meno diffusa la variante grafica coinè) proviene dal greco koinē´, femminile dell’agg. koinós «comune» accordato con diálektos s.f. «lingua», indicante la lingua letteraria usata dai [...] marito Luigi d’Angiò al gran siniscalco Niccolò Acciaiuoli, documenta l’apparizione del volgare volgare cancelleresco nella Napoli angioina, in Italia linguistica delle origini, a cura di V. Coletti et al., Lecce, Argo, 1996, 2 voll., vol. 2º, ...
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L’accordo (anche detto concordanza) è un fenomeno morfo-sintattico per il quale in un contesto sintattico definito le parole prendono una forma specifica tra le varie che possono assumere nell’ambito del [...] unitarietà ‘denotazionale’ dei soggetti coordinati:
(14) vedo che non v’è ragione né gentilezza a fare il cattivo con una signora precedeva:
(15) a. il romore e il tumulto era grande (Niccolò Machiavelli, cit. in Serianni 1989: 462)
b. mi par mill ...
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L’imperfetto è un tempo passato del verbo (➔ coniugazione verbale; ➔ modi del verbo), che indica principalmente simultaneità rispetto a un momento passato (Bertinetto 1986; Vanelli 1991). Dal punto di [...] nel caso specifico, -v-) + marca della persona e del numero (per es., -o, -ano): gioc-a-v-ano, legg-e-v-ano, part-i-v-ano.
In questa me sarebbe il massimo se mi aiutasse, mi farebbe talmente felice (Niccolò Ammaniti, Ti prendo e ti porto via, p. 234)
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Il gerundio è un modo verbale non finito invariabile, formato con i suffissi -ando (prima coniugazione) e -endo (seconda e terza). Ha una forma semplice (cantando) e una forma composta (avendo cantato).
Il [...] ’l poeta:
«però pur va, e in andando ascolta»
(Dante, Purg. V, 43-45)
La costruzione illustrata in (11) riprende, da un lato, l’uso in pochi anni, e, non l’avendo appena occupata, morí (Niccolò Machiavelli, Il Principe IV, 19)
(36) Non c’essendo ...
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colazionare v. intr. In usi informali, fare colazione | Con uso transitivo, preparare la colazione (con la persona come oggetto diretto). ♦ La sveglia alle 7 pensando di dover lavare vestire e «colazionare» tutti, una lotta contro il tempo per...
vaticano
agg. [lat. (ager) Vaticanus, di etimo incerto]. – 1. Del Vaticano, sia come stato sovrano storico e come Santa Sede (e quindi del suo potere temporale e spirituale, e del complesso degli organi statuali e di governo che vi presiedono):...