Termine con cui è stato definito il nuovo vigore assunto dalla dominazione signorile in gran parte delle campagne europee nel corso della crisi economica e sociale del 17° secolo. Là dove i cambiamenti legati allo sviluppo commerciale e manifatturiero non avevano inciso sulle strutture profonde della società, per far fronte alla diminuzione delle entrate i sovrani vendettero i titoli nobiliari e le terre a essi connesse, conferendo qualifiche feudali ai possedimenti ceduti. I signori avviarono così contro i vassalli contadini un’offensiva tesa a recuperare i livelli di rendita di cui avevano beneficiato prima che l’inflazione ne erodesse il valore, ripristinando e in taluni casi introducendo tasse e gravami di natura propriamente feudale. Anche se dal punto di vista giuridico-istituzionale non si trattò di un ritorno puro e semplice al feudalesimo, sul piano sociale il processo si tradusse nel peggioramento delle condizioni di vita dei contadini e in forme accentuate di immobilismo e di gerarchizzazione.