Mohammadi Ashtiani, Sakineh. – Donna iraniana (n. Teheran 1967), la cui vicenda giudiziaria è stata al centro dell’attenzione internazionale per la condanna alla lapidazione inflittale nel 2006, sotto la presidenza di Ahmadinejad, per il reato di adulterio e concorso in omicidio ai danni del coniuge. Già scontata nel 2006 la condanna alla fustigazione comminatale dal tribunale di Tabriz per il reato di “relazione illecita”, nello stesso anno è stata accusata di essere il mandante dell’omicidio del marito, Mohammadi Ashtiani, e condannata a morte per lapidazione dalla Corte Suprema iraniana. A seguito delle pressioni della comunità internazionale e della mobilitazione di organizzazioni umanitarie quali Amnesty International e Human Rights Watch, nel 2010 un tribunale iraniano aveva deciso di rinviare l’esecuzione della sentenza e di mutarne la modalità nell’impiccagione; nel 2013 tale condanna era stata infine commutata, in appello, in una pena di dieci anni di detenzione. Nel marzo 2014, sotto la presidenza di Rohani e in coincidenza con l'anno nuovo secondo il calendario iraniano, S. è stata amnistiata e rimessa in libertà dopo avere scontato otto anni di carcere, formalmente in ragione della sua buona condotta.