Secondo la tradizione, autore del terzo Vangelo canonico e degli Atti degli Apostoli; fu probabilmente di Antiochia e discepolo di Paolo che accompagnò fino a Roma. Il Vangelo di L., scritto probabilmente attorno all'80 d.C., presenta il greco migliore del Nuovo Testamento: rispetto agli altri sinottici aggiunge un racconto dettagliato della nascita di Gesù e alcune parabole. Gli Atti degli apostoli narrano i primi anni di vita della Chiesa e la diffusione del cristianesimo tra gli ebrei e i pagani dell'Impero romano. La Chiesa lo venera come martire il 18 ottobre.
Dal Nuovo Testamento e da antichi documenti (Canone muratoriano) risulta che fosse antiocheno, convertito dal gentilesimo, medico di professione; accompagnò s. Paolo nel secondo viaggio missionario, da Troade a Filippi, e nel terzo, da Filippi a Gerusalemme, e poi a Roma. Varie tradizioni gli attribuiscono come campo di apostolato l'Acaia e la Beozia, o la Bitinia. La tradizione lo considera anche pittore di ritratti della Vergine.
Il Vangelo di Luca, il terzo nell'ordine "occidentale" (della Volgata), è attribuito costantemente a L. dalla tradizione antica. Esso è dedicato a un Teofilo, personaggio illustre (κράτιστος) che non pare fosse un palestinese ma di cui neppure si può affermare che fosse romano. Fu scritto per offrire un racconto dei detti e fatti di Gesù, dalla nascita alla ascensione, più ordinato di quelli contenuti negli scritti dei "molti" (1,1) che precedettero L.; tra i quali scritti è da annoverarsi certo Marco. Al Vangelo fa seguito il libro degli Atti degli Apostoli. L'autore si dimostra versato nella lingua greca e cerca di evitare, o per lo meno spiega, le espressioni semitiche e gli usi ebraici; impiega termini del linguaggio medico e descrive con una certa accuratezza le malattie; si manifesta seguace di s. Paolo nell'insistere sull'universalità della salvezza portata da Cristo a tutti gli uomini, e anche nei vocaboli e nelle frasi. Il Vangelo appare dunque scritto per fedeli convertiti dal gentilesimo, non si saprebbe dire se a Roma o a Cesarea o altrove; la data di composizione è fissata perlopiù negli anni Ottanta del sec. 1°. Così pure si tende a privilegiare l'identificazione dell'autore del terzo Vangelo e degli Atti non più sulla base delle notizie biografiche della tradizione iniziata nel sec. 2°, ma sulla base della critica interna dei due scritti, per mettere in luce lo stile, le fonti, la struttura e le intenzioni della composizione. Da qui appunto traspare la vera figura dell'autore, anche se gli scritti (come gli altri Vangeli) risultano di per sé anonimi. Fin dall'antichità si sono presentate poi varie teorie per spiegare la differenza da Matteo nella genealogia di Gesù e i critici moderni hanno a loro volta discusso un altro punto, e cioè il censimento che Augusto avrebbe ordinato all'epoca della nascita di Gesù e che l'evangelista afferma compiuto dal governatore della Siria Quirinio (2,2) mentre da Tertulliano si ricava che fosse Saturnino; e discutono altresì almeno alcuni dei sincronismi di 3,1-2.