Cronista danese (circa 1140 - 1210). Studiò forse a Parigi e, a quanto sembra, fu molto vicino all'arcivescovo Assalone (uomo di chiesa e guerriero a un tempo), dal quale fu esortato a comporre i sedici libri dei Gesta danorum o Historia danica: racconto aneddotico con intenti eroici e celebrativi, la cui ultima parte soltanto ha interesse storico (fino al 1185 circa). Ebbe certo fonti poetiche di tradizione orale e scritta, danesi e islandesi soprattutto - che s'industriò di rifare nel suo ridondante latino modellato su Valerio Massimo e su Marciano Capella - e prosastiche come quelle di varî cronisti, fra i quali Adamo da Brema. In almeno sei libri compaiono gli antichi dei pagani (primo fra tutti Odino); nel terzo e quarto libro sono narrati fatti leggendarî su Amleto. L'opera di S. fu per la prima volta stampata a Parigi, a cura del riformatore danese Kristiern Pedersen, nel 1514 ed ebbe larghissima fortuna come fonte d'informazione sull'antichità nordica.