scalpo antropologia Porzione di cuoio capelluto e di capigliatura staccata dalla testa del nemico per farne un trofeo. Questo uso non era tipico solo degli amerindi dell’America Settentrionale, ma anche degli antichi Sciti, degli Ostiachi e dei Voguli della Siberia orientale, dei Samoiedi, dei Caribi della Guiana, e di alcune tribù del Gran Chaco. Questa usanza si diffuse in tutta l’America Settentrionale in seguito all’arrivo degli Europei: i governi coloniali prima e quello statunitense poi incoraggiavano infatti gli amerindi a portare s. in cambio di doni e cospicue somme. L’operazione del taglio dello s. era quasi sempre limitata a una piccola zona circolare del cuoio capelluto sopra la nuca e, per quanto dolorosa, non causava la morte di chi la subiva. Lo s. veniva solitamente conservato come trofeo o poteva essere offerto alle divinità. Si pensa che questa pratica fosse collegata a usi più antichi, come la decapitazione e la caccia alle teste, considerate depositi di energia vitale, e come tali dotate di benefica influenza sulla fertilità delle donne e dei campi. medicina In chirurgia, il lembo cutaneo-muscolare che viene inciso nel cuoio capelluto per mettere allo scoperto il cranio in alcune operazioni chirurgiche.