Famiglia di industriali moscoviti, i cui esponenti, negli ultimi decennî del sec. 19º e nei primi del sec. 20º, furono anche collezionisti d'arte. Oltre a Pëtr Ivanovič (1853 - 1912), che acquistò da P. Durand-Ruel numerose tele di pittori impressionisti, e a Dmitrij Ivanovič (1855-1932), che collezionò antichi maestri italiani, fiamminghi, olandesi e tedeschi, particolarmente importante nella storia del collezionismo russo fu il loro fratello Sergej Ivanovič (1854-1936). Amico e sostenitore di artisti e musicisti dell'avanguardia russa, quest'ultimo fu spesso a Parigi, e in Francia trascorse gli ultimi anni della sua vita; rivelò grande intuizione con il suo precoce apprezzamento della pittura postimpressionista, arricchendo la sua collezione tra il 1904 e il 1914 con opere di P. Cézanne, P. Gauguin, V. van Gogh, H. Matisse (che fu anche suo ospite a Mosca), A. Derain e P. Picasso. Dopo la rivoluzione, la collezione fu nazionalizzata e dal 1923 costituì il Museo statale dell'arte occidentale, insieme all'altra fondamentale collezione d'arte moderna francese raccolta dall'industriale Ivan Alexandrovič Morozov (Mosca 1871 - Karlsbad 1921). Nel 1948 per ragioni ideologiche il museo fu liquidato e i suoi capolavori divisi tra il Museo Puškin a Mosca e l'Ermitage a San Pietroburgo.