(lat. sodalicia o sodalitates) Nell’antica Roma, associazioni religiose addette al culto di una divinità particolare. Almeno originariamente furono di carattere gentilizio, con limitato numero di membri (detti sodali o fratelli: per es. Fratelli Arvali, Sodali Tizi) appartenenti alla medesima gens o ammessi per elezione da parte dei membri. Nell’epoca imperiale simili associazioni furono istituite per il culto degli imperatori divinizzati (sodales Augustales, creati da Tiberio dopo l’apoteosi di Augusto, e, più tardi, Claudiales, Flaviales, Hadrianales, Antoniniani). Nell’epoca repubblicana, alle associazioni di carattere religioso si aggiunsero associazioni di carattere politico, volte a sostenere i propri membri nelle elezioni. Per gli eccessi cui giunsero, un senatoconsulto del 64 a.C. soppresse i collegi politici; riammessa nel 58, con la lex Clodia, la libertà di associazione fu di nuovo abolita con un senatoconsulto del 56. Nel 55 la lex Licinia de sodaliciis punì con l’esilio i membri dei sodalicia; Augusto, aboliti tutti i collegia e le sodalitates esistenti, regolò definitivamente il diritto di associazione, stabilendo che per la loro legale costituzione fosse necessaria l’autorizzazione del Senato.