somatomedina Nome generico di sostanze peptidiche a basso peso molecolare (secrete principalmente dall’ipofisi e dal fegato, ma anche da altri organi e tessuti) che hanno la capacità di mediare l’azione ormonale della somatotropina (GH). Dal plasma umano sono state isolate almeno quattro differenti s., tutte con peso molecolare di circa 7000, ma composizione amminoacidica, punti isoelettrici e attività biologica tra loro diverse, indicate con le lettere A, A1, B e C. Quest’ultima, nota anche come IGF-1 (Insulin-like Growth Factor-1, fattore di crescita-1 insulinosimile), è la vera responsabile della mediazione dell’attività del GH. La s. C ha una struttura molecolare simile a quella dell’insulina, essendo costituita da due catene peptidiche A e B, unite fra loro da ponti disolfuro e da una terza catena peptidica C che, a differenza dell’insulina, fa parte della proteina attiva. La s. C, la cui sintesi è direttamente regolata dal GH, interagisce con specifici recettori delle cellule bersaglio: se esse appartengono a tessuti extra-scheletrici subiscono un’attivazione del metabolismo e della sintesi di DNA; se appartengono al tessuto osseo e cartilagineo subiscono anche un aumento dell’incorporazione di ioni solfato. Elevati livelli plasmatici di s. C, misurabili con tecniche radioimmunochimiche, provocano un’inibizione a feedback sulla secrezione di GH. Sintesi carente di s. C è riscontrabile nell’ipopituitarismo e in un tipo di nanismo che presenta un’alta concentrazione plasmatica di GH (nanismo di Laron). Viceversa, sintesi eccessiva di s. C è presente nell’acromegalia.