Galilèo, sonda spaziale Sonda lanciata da bordo dello shuttle Atlantis il 18 ottobre 1989 con lo scopo di studiare il pianeta gassoso Giove, il suo sistema di lune e la circostante magnetosfera. La missione fu intitolata a Galileo Galilei, che scoprì nel 1610 l’esistenza dei satelliti di Giove, da lui battezzati «stelle medicee», in onore di Cosimo II de’ Medici, Granduca di Toscana. Per raggiungere la destinazione finale, la sonda ha sfruttato l’'effetto fionda' del campo gravitazionale in tre successivi passaggi ravvicinati, prima con Venere e poi per due volte con la Terra. Lungo l’orbita di trasferimento verso Giove, in un viaggio durato 3 anni, G. ha incontrato gli asteroidi Gaspra (delle dimensioni di circa 11 x 12 x 20 km) e Ida (circa 20 x 24 x 55 km). Gli strumenti a bordo hanno rivelato che entrambi gli asteroidi posseggono un proprio campo magnetico, e Ida ha anche una piccola luna, Dactyl, di 1,5 km di diametro. Nel marzo del 1993, G. si è trovato in una posizione privilegiata per osservare direttamente l’impatto dei frammenti della cometa Shoemaker-Levy sulla superficie di Giove. Nel dicembre del 1995 ha raggiunto la sua meta e ha sganciato una sonda atmosferica verso Giove. Nella caduta, durata 58 minuti, attraverso gli strati sempre più densi dell’atmosfera gioviana, la sonda ha trasmesso dati su irraggiamento solare, flusso di calore, pressione, temperatura, venti e composizione atmosferica. Le misure mostrano che Giove è battuto da tempeste assai più estese di quelle terrestri, risultanti da una circolazione verticale di acqua negli strati alti dell’atmosfera. La missione Galileo ha inoltre consentito di stabilire che la luna Io possiede un’attività vulcanica 100 volte superiore a quella terrestre, che su Europa esistono oceani liquidi sotto la crosta di ghiaccio che ricopre il satellite, e infine che Europa, Ganimede e Callisto presentano uno strato liquido di acqua salata e riescono a trattenere una tenue atmosfera.