Tasmania Isola dell’Oceania (64.410 km2), posta fra l’Oceano Indiano e l’Oceano Pacifico (Mare di Tasman), a S dell’estremità sud-orientale dell’Australia, della quale costituisce lo Stato omonimo (68.401 km2 comprese le isole minori, con 493.341 ab. nel 2007). Geologicamente e morfologicamente connessa all’Australia, cui era saldata fino al Pleistocene, ne è separata dallo Stretto di Bass, nel quale si dispongono parecchie isole, residui di un antico istmo: principali la King Island, verso l’Oceano Indiano, e le isole Furneaux, verso il Mare di Tasman. Di forma approssimativamente triangolare, con coste molto frastagliate, la T. si presenta come un vasto altopiano (1200-1500 m, con massima quota nel Monte Ossa, 1617 m) inciso da alcuni fiumi, fra i quali i principali sono il Derwent, che sfocia sulla costa sud-orientale, e il Tamar, che scorre verso N. Il clima è temperato caldo, umido, con precipitazioni che superano i 2500 mm nelle aree interne. L’isola ha vaste foreste (su circa la metà della superficie), che rappresentano un’importante risorsa dell’economia locale, insieme con i prodotti minerari (zinco, ferro, stagno, tungsteno), dell’allevamento ovino (carne, lana), della pesca, dell’industria cartaria, metallurgica, del legno. Sviluppato il turismo. Il popolamento, molto rado (7 ab./km2), è stato tardivo per quel che riguarda gli abitanti di origine europea (gli autoctoni sono considerati estinti): alla metà del 19° sec. si contavano circa 90.000 ab., che sono poi rapidamente cresciuti, quasi quadruplicando in un secolo. Oltre la capitale, Hobart, porto sulla costa sud-orientale, ha importanza l’altra città portuale di Launceston, sulla costa settentrionale.
La T. fu scoperta nel 1642 da A.J. Tasman, che la chiamò Terra di Van Diemen, nome al quale si andò sostituendo l’attuale, poi ufficialmente attribuito nel 1854. Si stima che, al momento dell’arrivo dei primi europei, vivessero tra i 2000 e i 5000 Tasmaniani, che formavano un complesso insieme di società e comunità, scomparse in seguito alle vicende coloniali. In effetti, la presenza britannica sull’isola a partire dai primi anni del 19° sec. provocò uno dei più rapidi e radicali genocidi della storia. I primi coloni, considerando i nativi alla stregua di esseri subumani, li cacciarono dai loro territori uccidendone fisicamente una gran parte e provocando epidemie mortali. La popolazione residua venne chiusa in una riserva sull’isola Flinders dove tuttavia la situazione dei nativi non migliorò.
Le conoscenze sulla società dei Tasmaniani si limitano alle fonti occidentali (viaggiatori, missionari, funzionari coloniali) e ad alcune ricerche archeologiche. Le prime testimonianze della presenza dell’uomo in T. risalgono a circa 23.000 anni fa. Dopo la separazione tra l’isola e il continente australiano (avvenuta tra i 7000 e gli 8000 anni fa) i Tasmaniani non ebbero più rapporti con gli altri aborigeni del continente australiano. Cacciatori e raccoglitori, vivevano probabilmente in piccole unità a base parentale, forse nomadi. Vi sono tracce archeologiche di cacce collettive ai canguri e a varie specie di uccelli. La tecnologia di questa popolazione era molto semplice, basata su scarni oggetti in legno, pietra e conchiglia. Le abitazioni erano costituite da paraventi di rame e corteccia. L’abbigliamento era essenziale, nonostante la rigidità del clima. La lavorazione della selce produceva oggetti che vennero paragonati a quelli delle popolazioni preistoriche. Proprio a causa della semplicità della cultura materiale, i Tasmaniani furono a lungo considerati dagli Occidentali come una delle popolazioni più primitive del pianeta e classificati addirittura come una razza a sé, ciò che spiega l’interesse per i crani e i resti umani, avidamente raccolti dagli scienziati europei. Lo scheletro di Truganini, morta nel 1876 e considerata l’ultima tasmaniana, fu esposto nel museo della Royal Society di Hobart; solo nel 1976 i discendenti meticci, figli di tasmaniane e coloni inglesi, ottennero la restituzione dei resti, che furono cremati e immersi in mare, secondo gli usi funebri privilegiati dai Tasmaniani.