Città capitale dell’Iran (8.895.947 ab. nel 2017), situata nella sezione settentrionale del paese, a 1173 m s.l.m., su un altopiano del versante meridionale della catena dell’Elburz, che la separa dalla costa del Mar Caspio. Si trova in un’oasi steppica, priva di risorse naturali, resa fertile attraverso la costruzione di una serie di canali che trasportano le acque sorgenti dai Monti Elburz, consentendo, così, coltivazioni (cereali, alberi da frutta, palme da dattero, ortaggi), prevalentemente destinate al mercato urbano. Il clima presenta caratteri continentali: la temperatura media annua è di 17,1 °C (media di gennaio, 2 °C; media di luglio, 29,7 °C); le precipitazioni annue non vanno oltre i 250 mm, concentrate per lo più nel periodo invernale. È capoluogo della provincia omonima (19.196 km2 con 13.422.366 ab. nel 2006).
Lo sviluppo di Teheran, modesto villaggio nel 12° sec., ebbe inizio nel 16° sec., quando i sovrani ṣafavidivi fecero costruire un bazar e una muraglia (6 km, con 114 torri e quattro porte) e, nel 17°, un palazzo reale. La dinastia degli Zand nel 1759 diede il via ai primi lavori di risistemazione urbana; eretta in capitale nel 1786, vide le trasformazioni più profonde nella seconda metà del 19° sec., con palazzi, ampie strade e una nuova muraglia con dodici porte. Pur modesta nei suoi aspetti architettonici, Teheran già all’inizio del 20° sec. divenne la più grande città dell’Iran, con forti intrecci di elementi orientali e occidentali. Una fase di intensa trasformazione si aprì negli anni 1930 con Riḍā Shāh, cui si deve il primo piano regolatore. Un nuovo piano fu proposto nel 1969, sotto Muḥammad Riḍā Pahlavī. Si realizzò un asse E-O, che accentuò la separazione tra i moderni quartieri settentrionali e quelli tradizionali meridionali, e fu costruito un nuovo quartiere (la città reale). Negli anni 1980 la geografia urbana di Teheran è mutata profondamente: l’espansione urbana nelle aree rurali ha portato alla nascita di una ‘Grande Teheran’ estesa sulla sua intera provincia.
A Teheran si concentra la maggior parte dei servizi e delle attività produttive del paese. L’apparato industriale si è sviluppato a partire dagli anni 1950 e si presenta articolato nei settori tradizionali (tappeti, cuoio, tessuti, legno), nonché nei moderni settori della chimica, del vetro, della gomma, del cemento, della metallurgia, della meccanica e dell’automobile. Teheran ospita tre università e numerosi centri di ricerca ed è nodo di un efficiente sistema di comunicazioni imperniato, oltre che sull’aeroporto internazionale di Mihrabad, sulla ferrovia trans;iraniana, che collega la città con i porti del Golfo Persico a SO, con il Mar Caspio a N, con la città santa di Mashhad a NE, con Tabriz a NO.
La città vecchia ha tipologia orientale, con vie strette e bazar. Caratteristici, nei palazzi, i sontuosi rivestimenti di specchi, e l’importanza data ai giardini in rapporto all’architettura. Gli edifici di rilievo appartengono principalmente al 19° sec.: la moschea reale Masgid-i-Shāh, dell’inizio del secolo, e quella di Sipāhsalār (1890); il palazzo reale del Gulestān dove si trova il famoso ‘trono del pavone’, capolavoro di oreficeria. Allo sviluppo dell’aspetto moderno di Teheran, nel Novecento, hanno partecipato architetti di varie nazioni (fra i quali l’italiano L. Quaroni): aeroporto di Miḥrābād (progetto di M.A. Godard); Palazzo del Senato (1958-59, M. Furūgī e H. Qiyā’i); casinò (1959-60, H. Qīyā’i), complesso bancario e commerciale (Furūgī, Sādiqī, Zafar); grandi cinema, come il Radio City (1958, Qīyā’i). Dagli anni 1960 l’architettura di Teheran mostra maggiori contaminazioni tra architettura tradizionale e occidentale. Tra le altre architetture del 20° sec.: complesso culturale e torre Azadi (1971), simbolo della città; moschea di al-Qādir (1977-87); mausoleo dell’Ayatollah Khomeini (1989). Teheran ospita inoltre numerosi e importanti musei.
Conferenza di Teheran Tenutasi dal 28 novembre al 1° dicembre 1943, fu la prima riunione fra i F.D. Roosevelt, J.V. Stalin e W. Churchill. Dal punto di vista militare si discusse dello sbarco in Normandia, previsto per il 1° maggio 1944, e di un’eventuale pressione per spingere la Turchia a una contemporanea entrata in guerra; Stalin inoltre riconfermò che l’intervento sovietico contro il Giappone sarebbe avvenuto dopo la fine della guerra con la Germania. Sul piano politico si affrontò, tra l’altro, il problema della futura sistemazione territoriale della Polonia e della Germania. Per la prima vi fu un generale consenso allo slittamento dei confini orientali fino alla linea Curzon (lasciando all’URSS i territori acquisiti con l’accordo Ribbentrop-Molotov) e di quelli occidentali, su proposta britannica, fino all’Oder. Per la Germania, oltre alle mutilazioni territoriali a beneficio della Polonia, si previde uno smembramento in vari Stati. Infine si discussero le proposte americane sulla struttura da dare alla futura organizzazione delle Nazioni Unite.