biologia Studio delle anomalie morfologiche e in particolare delle anomalie fetali (teratogenesi) che interessano il campo dell’ostetricia e dell’anatomia patologica, oltre che la zoologia generale. Tali fenomeni sono di competenza dell’area della genetica clinica detta dismorfologia (➔).
Monumenti, miti, simboli, riti dimostrano la conoscenza di forme mostruose umane e animali, che erano considerate come prodotte da influssi soprannaturali. Questo concetto perdurò per tutta l’antichità e continuò nel Medioevo. Non mancarono, però, in tutte le epoche storiche, osservatori acuti e imparziali che considerarono tali fenomeni come naturali (nell’antichità Aristotele, Cicerone, Plinio). Successivamente lo spirito di osservazione della natura, che in Italia si affermò nell’Umanesimo e nel Rinascimento, suggerì concetti naturalistici all’interpretazione dei fenomeni mostruosi. G.B. Morgagni ricercò la spiegazione logica di queste anomalie in malattie sviluppatesi nel feto. Il primo tentativo scientifico di raccolta e ordinamento dei fenomeni e delle dottrine teratologiche fu fatto da A. von Haller (1751); nel 1759 G.F. Wolff dimostrò le prime fasi dello sviluppo dell’embrione, creando i presupposti per lo sviluppo dell’embriologia come scienza sperimentale alla quale lo studio delle anomalie embrionali diede inizialmente grande impulso. botanica T. vegetale Settore della botanica che studia le deviazioni dal tipo normale delle diverse parti delle piante, detto anche fitoteratologia. religione Nell’esegesi biblica, uso di figurazioni mostruose per alludere, con una connotazione negativa di contrapposizione, a realtà divine non descrivibili in quanto totalmente diverse rispetto alle categorie umane.