tettoia antropologia Tipo embrionale di abitazione, costituito da un’unica parete di rami e frasche, mantenuta da due puntelli. La t. è diffusa fra vari gruppi indigeni che abitano nelle zone calde e piovose dei tropici (per es., fra i Vedda di Ceylon). tecnica Copertura di qualsiasi tipo e forma, appoggiata solo su alcuni punti o parti del perimetro dell’ambiente sottostante, il quale risulta così aperto per le restanti parti verso lo spazio circostante. Nella costruzione di tipo tradizionale, quale si ritrova soprattutto nell’architettura rustica, la t. è per lo più costituita da un tetto a una o due falde, sostenuto per la massima parte da piedritti a forma di pilastri isolati, e serve come deposito di materiali, attrezzi o provviste. Nella costruzione moderna la t. è talora realizzata mediante strutture metalliche o di cemento armato che permettono di ridurre al minimo gli elementi portanti e consentono forme diverse, piane, inclinate o curve, della copertura, spesso sporgente a sbalzo all’esterno dei pilastri.
Nelle stazioni ferroviarie è la copertura di quella parte dei binari corrispondente al fabbricato viaggiatori, sotto la quale si fermano i treni, che permette di accedere a essi al coperto. A tali t., che furono talora realizzate con ardite strutture metalliche coperte a vetri, si preferisce oggi un tipo di copertura costituito da pensiline staccate, costruite su ciascuno dei marciapiedi di accesso ai treni, e accessibili attraverso passaggi sotterranei.