Per il concetto in biologia e in botanica ➔ parete cellulare.
Nelle costruzioni, elemento verticale, piano o curvo, di un edificio, con prevalente funzione di separare i diversi ambienti sia tra di loro sia verso l’esterno.
Caratterizzano una parete sia le proprietà architettoniche (trattamento e aspetto superficiale, rivestimento ecc.) sia le proprietà fisiche (isolamento acustico e termico, protezione dall’umidità, impermeabilizzazione ecc.). Per le parti esterne degli edifici, specialmente nel caso di superfici regolari ed estese, sono molto usate le pareti continue (curtain walls), che possono essere costruite fuori opera unendo profilati d’acciaio o di leghe leggere in modo da formare un reticolato a maglie rettangolari chiuse da pannelli di materiale vario o da vetri, in parte fissi e in parte mobili; sono poi sollevate e fissate all’esterno della struttura portante. Sono anche usate, soprattutto per i divisori interni degli edifici per ufficio, pareti mobili di legno, lamiere metalliche, materiali leggeri vari, che possono essere facilmente spostate creando ambienti di dimensioni diverse adatti alle necessità. Per realizzare vie d’uscita protette in caso d’incendio (corridoi, scale ecc.) si costruiscono negli edifici pareti tagliafuoco, in materiali incombustibili, resistenti al fuoco per un tempo adeguato (per es., due ore) e prive di aperture che consentano il passaggio di fiamme o fumo.
Nella scienza delle costruzioni: trave a parete, ogni lastra piana (per lo più rettangolare) sollecitata da forze tutte contenute nel piano medio della lastra; in particolare nella tecnica dei ponti di acciaio si dicono travi a parete piena le travi principali costituite da una lamiera continua (anima), per distinguerle dalle travi reticolari costituite da un certo numero di profilati di acciaio (aste di parete), tra loro collegati nei nodi della struttura.